DECAPITATED: Blood Mantra
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24/10/2014Quanta rabbia nei riff di Vogg e quanta cattiveria fuoriesce dalla sua sei corde. La sorte, cinica a dir poco, avrebbe devastato qualsiasi band, ma non loro, non i Decapitated, la migliore realtà death metal della prima metà degli anni duemila. Con i primi due capolavori 'Winds Of Creation' e 'Nihility' si imposero con estrema determinazione, confermandosi poi nei successivi lavori come miglior act polacco del circuito. Poi la tragedia ed il ritorno con il chitarrista unico superstite nel vero senso della parola ed un contratto con la Nuclear Blast. 'Blood Mantra' conferma la superiorità di questo chitarrista e della sua band. Confermato anche il vocalist Rafal Piotrowski, troviamo i nuovi Pawel Pasek e Mlody rispettivamente al basso e alla batteria. Rispetto alle ultime due produzioni in studio, riscontriamo un ritorno a sonorità del passato, con riff e ritmiche meno stoppate e suoni meno nitidi, allo scopo di ridare ai brani una ruvidezza e una pesantezza devastanti che ci riportano ai primi Lp. Dopo aver superato l'ascolto delle prime due velocissime "Exiled In Flesh" e "The Blasphemous Psalm To The Dummy God Creation", arriva l'accoppiata che vale l'acquisto del disco, due pezzi di una potenza inaudita, di quelli che non si ascoltano spesso. Il riff centrale di "Veins" e la title track tutta, si poggiano su chitarre thrash-death mastodontiche, un vero delirio per le nostre orecchie. Con "Nest" invece la chitarra torna a ritmare con la doppia cassa, altra peculiarità del loro sound. Il resto dell'album è 100% Decapitated, quindi di sicura resa, con alcune novità nel finale rappresentate dalla lunga e tribale "Blindness" e da "Red Sun", pezzo strumentale piuttosto informe che chiude l'ennesimo ottimo capitolo di questa grande band.
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