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DEAD CITIES: ABITUDINE ED APATIA

data

23/07/2006
87


Genere: Hardcore
Etichetta: Autoprodotto
Anno: 2005

Direttamente dalle tristi lande della grigia Rho (sobborgo industriale alla periferia nord-ovest di Milano) giunge prepotente, sulla scena hardcore nostrana, il debutto dei giovani Dead Cities, band votata all’hardcore più puro ed intransigente. Subito ad un primo ascolto, questo “Abitudine Ed Apatia” ci appare come un prodotto onesto e sincero, anche se non supportato da una produzione all’altezza (è stato registrato quasi interamente in presa diretta in sala prove, fate un po’ voi…), a fronte della quale però la band offre una capacità esecutiva davvero invidiabile ed una rabbia da far impallidire anche il punk più incallito. Dieci pezzi di puro odio, in uno stile che emula (ma non imita) quello che potevamo sentire, negli ormai remoti anni ’80, uscire dagli amplificatori di bands quali Negazione e Wretched, ai quali infatti i nostri dedicano rispettivamente le cover delle celeberrime di “Tutti Pazzi” e “Fino In Fondo”. La prima traccia di questo lavoro è la title-track “Abitudine Ed Apatia”, che inizia con un cupissimo arpeggio di chitarra elettrica per poi esplodere in un travolgente riff che accompagna le urla disperate del chitarrista/cantante Tripudio. Si prosegue con l’eccellente “Missione Di Pace” caratterizzata da un testo fortemente pacifista e profondamente critico verso lo sfruttamento mediatico del conflitto iracheno. Pacifista è anche il testo della seguente “Orrori: Vienili A Vedere”, dove l’attenzione è rivolta verso le conseguenze (gli “orrori” del titolo) che la guerra porta. Seguono “Rigetto”, caratterizzata da una parte rallentata molto suggestiva, e “Boicotterò”, altri due ottimi brani, che accompagnano l’ascoltatore verso la bellissima “Macchine Progettate”, un pezzo che sembra uscito direttamente dagli eighties, nella quale Tripudio si concede anche un breve ma intenso assolo. Il disco procede con le già citate cover di “Tutti Pazzi” e “Fino In Fondo”, riunite entrambe in un’unica traccia, alla quale segue “Soldato”, dai ritmi meno sostenuti (si fa per dire) rispetto alle precedenti tracce ma dalle emozioni non meno intense. Il disco si chiude con due altri ottimi brani: sto parlando di “Clone” e, soprattutto, di “Cosa Sta Succedendo”, uno dei pezzi migliori dell’album. Fa davvero dispiacere vedere come questi tre ragazzi (ora sono quattro, dato che Tripudio ha abbandonato la chitarra per dedicarsi completamente alle vocals) siano così poco presenti sulla scena hardcore attuale, dato che avrebbero davvero tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori gruppi italiani. Purtroppo l’ambiente di alcuni centri sociali è troppo ostile per accettare ragazzi come loro che, come ho già detto, non scendono a compromessi neanche con una pistola puntata alla tempia. Troppo spesso, infatti, si vedono sui muri dei centri sociali italiani manifesti sponsorizzanti una dance-hall reggae o l’ennesimo concerto della Banda Bassotti. Un atteggiamento di questo tipo, come è facile immaginare, non fa altro che affossare una scena come quella underground, che all’interno dei centri sociali trova uno dei suoi pochi luoghi di espressione. Di questa tendenza sono purtroppo vittime gruppi come i Dead Cities, che non riescono a dimostrare tutto il loro valore. Ma io, tutto sommato, sono convinto che alla fine questo verrà fuori, e che la band riceverà finalmente i riconoscimenti che merita. P.S.: se volete contattare la band per acquistare il cd (che fra l’altro costa 3.50 euro, quindi non fate i deficienti e compratelo!), fatelo presso il loro myspace (www.myspace.com/deadcities) oppure via e-mail all’indirizzo [email protected].

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