CRASHDÏET: Generation Wild
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28/04/2010Dopo essere sopravvissuti ad avvicendamenti vari dietro al microfono, divisi tra quello forzato per il decesso del fondatore Dave Lepard e quello più squisitamente artistico con Oliver Twisted (ora con i Reckless Love), i Crashdïet tentano di stupire ancora una volta con un nuovo lavoro in studio, che segue e a tre anni di distanza il discusso 'The Unattractive Revolution', album per il sottoscritto di valida caratura che, però, non riuscì a convincere in toto i fans acquisiti col rilascio del notevole debut 'Rest In Sleaze'. 'Generation Wild' è un platter che tenta, con devo dire ottimi risultati, di riappropriarsi dello spirito intravisto nel già citato esordio discografico, riesumando il forte approccio melodico dal sapore stradaiolo che il combo svedese aveva dato in pasto al pubblico nella florida parentesi con alla guida il compianto Lepard. L'ascolto dei vari brani si protrae con un livello di interesse uniforme per tutta la durata del cd, insinuando l'idea di una band che dimostra di aver superato brillantemente tutte le vicissidutini del passato grazie alla forte unione musicale di una line-up affiatata, capace di sfornare undici nuove composizioni di graffiante sleaze/glam scandinavo, perfetto nel riesumare in una salsa più nordeuropea l'ideale incrocio tra sonorità americane impreziosite dai classici cori nel tipico incedere leppardiano. Dopo il meraviglioso 'New Religion' dei Crazy Lixx ecco quindi un altro dei gruppi di punta della scena hard-rock nordica riapparire sul mercato in tutto il suo splendore, offrendo agli amanti del genere in questione un'uscita che merita senza dubbio tutta l'attenzione del caso, in particolare anche grazie ad un lavoro di produzione che, ancora una volta, risulta essere incisivo nella sua interezza. Bentornati ragazzi, saluti che affianco all'augurio di rivedervi ancora in una forma così smagliante per molti anni a venire.
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