CRASHDIET: THE SAVAGE PLAYGROUND
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07/02/2013'The Savage Playground' non è un disco qualunque per diversi motivi. E' il secondo disco degli svedesi con line up stabile - quindi secondo album con lo stesso cantante; bissa in fatto di qualità il precedente 'Generation Wild', ma soprattutto è un disco che prova a guardare oltre il proprio naso. Infatti, se i riferimenti sono chiari, quindi attitutine punk sullo sfondo e sleazy a tutto spiano, i Crashdiet provano a giocare qualche carta in più lavorando molto sui cori - decisamente più pop oriented - e sulle strutture dei brani che in più di un'occasione tendono verso un heavy rock più pulito e quadrato, ma anche dai tratti epici. Ne deriva un album fresco e dai suoni moderni, lavoro pimpante che non sa della solita muffa di band i cui album di riferimento sono stati appena recuperati dalla soffitta e rispolverati. Energia, potenza e melodia che si manifestano attraverso l'ottimo lavoro di Sweet alla chitarra - lodevole in particolare in fase solista - la vitaminica sezione ritmica, nonchè tramite la voce di Simon il quale non perde mai un colpo: ruvido ed armonico all'occorrenza. "Change The World", "Snakes In Paradise", "Sin City" e "Anarchy" rappresentano i brani migliori del disco, anche se il livello medio è alto abbastanza da far dimenticare un paio di episodi non proprio felici. Quindi 'The Savage Playground' ci presenta una band in salute che dimostra di ricordare cos'è stata fino a ieri, ma che sa anche bene cosa vorrebbere essere domani.
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