COURT: TWENTY FLYING KINGS
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15/08/2012Registrazione di vecchi brani ad eccezione di "Anastasius Epitaph" e di "The Great Bear Rising", tracce lasciate intatte nella versione originale. E' questo il contenuto di 'Twenty Flying Kings', album dei varesotti Court, band progressive che in vent'anni ha dato alle stampe solo tre album più quello in oggetto. Diversi i problemi di line-up e di avvicendamenti vari, non ultimo l'abbandono recente di Paolo Lucchina, vocalist storico, sostituito da Marco Pedrini il quale ha reinterpretato i rimanenti brani - e che non fa rimpiagere Paolo - che hanno reso non facile la vita artistica di una band che qualche soddisfazione l'ha comunque avuta - vedi il tour americano del 2007. Quello dei Court è un prog molto classico che trova vie di fuga stilistiche attraverso il folk e la psichedelia, nonchè in sporadiche e non tanto impervie strettoie alternative, fattori che inevitabilmente rendono le composizioni più dilatate, ed in special modo più umorali piuttosto che di rilevanza tecnica. Volendo trovare un rimando, evidenziamo lo spettro "gentile" dei Jetrho Tull che in più di un'occasione si fa vivo nelle stanze creative del quintetto, ma si tratta di un'apparizione fugace che, di conseguenza, non intimorisce affatto. Anzi, dona ancora più sostanza all'atmosfera d'incanto che si staglia sulla superficie delle canzoni. La produzione invece non è il massimo, i suoni sono troppo ancorati al passato e vanno a creare un contrasto troppo spigoloso con i presupposti "moderni" della proposta, difetto che tutto sommato non condiziona nel complesso questa condivisibile operazione di presentare la nuova line-up assieme al vecchio materiale. Alla fine 'Twenty Flying Kings' ha più uno scopo informativo che altro, senza trascurare il valore assolutamente non secondario di una band che riprova ancora una volta a ripartire.
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