CANDLEMASS: DEATH MAGIC DOOM
data
07/04/2009Con "Death Magic Doom" i Candlemass ritornano su standard qualitativi importanti come non accadeva da diverso tempo a questa parte. Un disco quadrato e potente che sorprende anche per la sua vena diversiva rispetto allo stile abituale della band. Chiaro, nulla viene stravolto, ma il piede sull'acceleratore è pigiato con decisione a 'sto giro, e gli accenni melodici sono più marcati del solito. Merito sicuramente di Robert Lowe(Solitude Aeternus) e della sua ugola decisamente più classica rispetto a Marcolin. Fattori che avranno indotto la band ad un lavoro più aperto in fase di scrittura dei brani. Ugola che ad un primo ascolto potrebbe risultare spiazzante, ma che di lì a poco riesce a farsi metabolizzare diventando addirittura uno dei punti di forza dell'album. Solido quest'ultimo, sparato a differenti velocità come nella spettacolare apertura con "If I Ever Die", dinamica e veloce, e da contro dalla successiva "Hammer Of Doom", un titolo un programma: lenta, magmatica, tombale. Qualche calo nella fase centrale del disco quando i brani, pur restando su buoni livelli, faticano a mettere a segno momenti esaltanti come nell'inizio, però si ricomincia di nuovo a prendere quota in chiusura con la terrificante "Clouds Of Dementia" in cui Lowe sputa fuori veramente l'anima, e con "My Funeral Dreams", cadenzato lamento evocativo nella misura necessaria. La produzione è eccellente, i suoni sono pieni, corposi e di pari passo cristallini, frutto di un lavoro superlativo in fase di mixaggio che dona al lavoro il dovuto e voluto connubio tecnico-emozionale. I Candlemass sono ancora tra noi, quindi, hanno ancora diverse cose da dire e le dicono con un linguaggio chiaro e perentorio già intravisto nel precedente "King Of Grey Island, ma che oggi si sublima senza tanti mezzi termini: "Death Magic Doom" è un disco mortifero, magico, fottutamente doom. Altro non si potrebbe chiedere.
Commenti