CHRISTIAN, JAMES: MEET THE MAN
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06/11/2004Notevole era l'attesa che circondava "Meet The Man", il secondo album solista di James Christian, rinomato singer dei celeberrimi House Of Lords, considerati un po' ovunque veri capisaldi del cosiddetto arena rock americano. Eppure, dopo il ritorno avvenuto tramite il discusso "The Power And The Myth", molti sono stati i commenti mugugnanti da parte dei fans rabberciati, delusi da un'uscita che, a causa di un azzardato tentativo di esplorare terreni musicali poco cari al gruppo, era finita per offrire un risultato assolutamente indegno per un gruppo di tale portata. Memore probabilmente del passo falso compiuto con la propria band madre, James torna così ad offrire ai suoi estimatori quelle qualità per cui è diventato tanto famoso, e cioè gli azzeccati intrecci di chitarre e melodia, ben orchestrati da una voce espressiva e ammaliante, capace di infondere profonde sensazioni e incredibili impulsi interiori. Dietro a James troviamo l'ormai noto ed affiatato team di casa Frontiers, composto da Grossi, Scattolin, Vanni e Brice, già autori delle parti musicali di altri progetti come From The Inside e Over The Edge, opere dalle quali risultano evidenti le influenze sonore e attitudinali. A differenza di queste ultime, però, lo stile maggiormente americano di James ha conferito un'impronta leggermente diversa, la quale va a rendere indubbiamente più personale la proposta ivi in esame. La qualità del songwriting è ovviamente di ottimo livello, e si sposa perfettamente con le carattestiche vocali di James, preziose e spesso determinanti nel donare ai vari brani quella magia necessaria a farli decollare nell'olimpo delle grandi composizioni. Esempi lampanti di quanto appena affermato sono la stupenda apripista "After The Love Has Gone", scandita da un chorus assolutamente coinvolgente, bissata a dovere dalla maestosa "Know You In The Dark", un vero e proprio anthem di piena derivazione lordiana; e poi ancora il toccante incedere della passionale "Circle Of Tears", l'ammaliante emozione della imponente "Leave Well Enough Alone" e il grande pathos emotivo della conclusiva power ballad "Hold Back The Night", una di quelle canzoni che da sola riesce a riportare in vita l'essenza primaria del vero ed inconfondibile hard melodico. Concludo la panoramica su "Meet The Man" con il sollievo di trovarmi distante miglia e miglia dalle sconfortanti idee profuse nell'ultimo album degli House Of Lords, qui assenti ed ovviamente ripudiate per lasciar spazio allo stile della musica tanto cara agli aficionados del bravo James Christian. Un grande album, e, non dimentichiamolo, un grande ritorno.
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