CROWNE: Operation Phoenix
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11/02/2023In occasione dell'uscita del debut album 'Kings Of The North' del supergruppo svedese che vanta nelle proprie fila esponenti di H.E.A.T, Europe e Poodles, ci eravamo posti qualche perplessità riguardo questa operazione di assemblaggio di musicisti di primissimo ordine da parte di Stefano Peugino. In effetti, nonostante il risultato fosse impeccabile perlomeno da un punto di vista formale, emergeva tuttavia la sensazione di asetticità, una precisione tecnica che però confluiva (salvo eccezioni) in carenza emozionale. 'Operation Phoenix' stavolta sembra smentire in toto quanto appena espresso e i Crowne riescono fortunatamente a rendersi decisamente più incisivi grazie ad una maggiore compattezza di squadra. Tutto ciò si rileva fin dalla iniziale triade dei singoli con la lunga e variegata title track a mettere in mostra un certo appeal tanto epico quanto sinfonico/progressivo, "Champions" e “In The Name Of The Fallen” si esaltano nei ritornelli, lo stesso dicasi per "Juliette" in cui si nota tutta l'influenza degli Europe (guarda caso troviamo in formazione proprio il bass player John Leven), e "Super Trooper" che spicca per quell'andamento deliziosamente pop, ma con chitarre comunque risolute. Davvero splendide anche "The Last Of Us", "Ready To Run", "Victorius" e "Roar" dove l'adrenalina non manca assolutamente, melodiche e potenti ideali nel mettere d'accordo gli estimatori sia di Europe che degli Stratovarius, degli Eclypse e dei Sonata Arctica, brani in cui Alexander Strandell dà pieno sfoggio del suo grande talento vocale, per di più l'ingresso nella line-up di un certo Love Magnusson (Dynazty) che, oltre a imprimere uno squisitissimo tocco di nordica modernità, si rivela autore di sublimi guitar solo sparsi lungo tutto il percorso del disco. Considerando un songwriting molto vicino all'eccellenza e una produzione di grandissima levatura, opera del tastierista Jona Tee, è d'uopo assegnare a questa release una valutazione veramente molto elevata.
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