CANVAS SOLARIS: THE ATOMIZED DREAM
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07/07/2008Quarto disco per gli americani Canvas Solaris (CS): i fondatori Nathan Sapp e Hunter Ginn, dopo la partenza di Ben Simpkins, hanno fatto le cose in grande ampliando la line-up con ben tre novità. Questo a testimoniare come la band è viva più che mai e decisa a continuare per offrire sempre il meglio possibile al pubblico. Le linee guida del combo americano son sempre le stesse: prog metal tecnico e strumentale, difficile e complesso, che necessita di molti ascolti prima di "entrare in circolo". I nuovi ingressi nella line-up hanno comunque portato una ventata di novità, riuscendo a svecchiare la proposta e ad impedire al duo Sapp/Ginn di incappare nella fossilizzazione stilistica. Nelle otto tracce presentate assistiamo all'alternanza fra momenti intricati e parti rilassate, fra sfuriate tecniche e attimi di calma, come per riprendere fiato dopo una lunga corsa: il songwriting riesce a gestire bene tutte queste componenti, conglobandole in un tutt'uno interessante anche se lontano da qualsiasi velleità sperimentale. Ecco forse questo è limite ultimo dei Canvas Solaris: ottime canzoni ma che risultano a tratti mere dimostrazioni di bravura tecnica più che sentiti ed articolati parti mentali. Sicuramente 'The Atomized Dream' non segna un deciso passo avanti rispetto a 'Cortical Tectonis', e questo, a mio avviso, non è certo un punto a favore: se avete amato gli album precedenti dei CS allora questo ultimo nato potrebbe fare al caso vostro, pur ricordando che non supererà il precedente ottimo platter. Se non conoscete la band della Georgia direi che questo non è l'album giusto per iniziare ad apprezzarli: dirigetevi invece, come precedentemente detto, su 'Cortical Tectonis'. La produzione è di ottimo livello, così come la cover che risulta molto bella e ben realizzata. Il mio consiglio alla band è quello di cercare di evolvere la propria proposta per evitare di rimanere incastrati in un limbo da cui sarebbe poi difficile uscire.
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