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GLASYA: Fear

data

31/10/2025
74


Genere: Symphonic Metal, Melodic Metal
Etichetta: Scarlet Records
Distro:
Anno: 2025

I portoghesi Glasya giungono al loro terzo album. Come nel caso del precedente 'Attarghan', anche per 'Fear' si tratta di un concept nel quale si parla di una donna che finisce in coma e si trova nel suo subconscio ad affrontare tutte le sue paure: un percorso arduo che la porterà a trasformare le sue debolezze in punti di forza. In virtù di quest'impostazione i brani sono spesso introdotti da parti parlate: una scelta, questa, che non ci ha particolarmente convinti, dato che questi passaggi il più delle volte risultano piuttosto tediosi e non arricchiscono le tracce in modo significativo. In generale, comunque, il risultato si avvicina a quello delle tipiche metal opera, anche perchè sono presenti nel disco diversi ospiti, tra i quali spiccano Fernando Ribeiro dei Moonspell (peraltro la cantante è anche un membro della line-up dal vivo della band lusitana), che duetta con la cantante Eduarda Soeiro nella titletrack e in "In Debris" e Michele Guaitoli (Temperance, Vision Of Atlantis), autore di momenti di autentica magia in "Glimpse Of Memory". Tra gli altri, segnaliamo anche la presenza del tenore Filipe de Moura, che dà vita con la Soeiro in "Rescue" ad un duetto davvero molto suggestivo. Va precisato che la vocalist non si avvale di un cantato propriamente lirico, per quanto spesso vi si avvicini per il suo stile, talvolta optando invece per un approccio più convenzionale. Come di consueto, la musica dei Glasya è ricca di orchestrazioni e cori: ad esempio, la traccia più complessa del disco, "The Ultimate Challenge" è caratterizzata dalla presenza di cori davvero imponenti, oppure "Overcoming" è proprio una strumentale interamente sinfonica. "Fear" è comunque un album che non si limita a mantenersi nell'ambito del classico metal sinfonico, accogliendo anche diversi elementi, ad esempio dal metal melodico, dal power metal, dal power/prog e persino con extreme vocals presenti in diverse tracce: brani come la titletrack, "Hunt Of The Hunted", "Stuck In A Cobweb" o "Rising Wildfire", danno piena testimonianza di quest'attitudine a coniugare diversi generi in un mix elaborato in maniera più personale, di cui in un certo qual modo il tastierista Davon Van Dave appare essere quasi il "regista" per la sua capacità di "riempire" e dare profondità al suono, districandosi tra orchestrazioni, giri di synth, tappeti di tastiere e affascinanti arpeggi pianistici. Menzioniamo anche un brano più atmosferico molto ben riuscito, "In Your Haven", reso ancora più suggestivo ed affascinante nella sua versione in portoghese, "No teu abrigo". Certo, va anche detto che in una tracklist di ben quattordici tracce che dura ben più di un'ora, magari non tutti i brani riescono ad avere la stessa brillantezza e la stessa forza espressiva: ciò non toglie che comunque i Glasya hanno saputo realizzare nell'insieme un buon disco, senz'altro godibile e interessante. 

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