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BROCAS HELM: BLACK DEATH

data

03/04/2005
85


Genere: Epic Metal
Etichetta: Gargoyle Records
Anno: 1988

Il secondo disco degli eroici Brocas Helm è fin dal titolo e dalla copertina un'opera in cui le atmosfere malsane e oscure, già presenti nell'esordio "Into Battle", si diffondono a macchia d'olio col proseguire della crescita artistica di Bobbie Wright & co. In "Black Death" infatti i Brocas Helm suonano ancora più a briglia sciolta che in precedenza, ricreando su disco il feeling di uno show d'improvvisazione selvaggia e sregolata com'è nel loro autentico, inconfondibile stile. Quest'attitudine creativa e distruttiva al tempo stesso, in cui spesso la forma canzone è sacrificata alla furia infernale di solismi mostruosi e incredibilmente coordinati, è indubbiamente un pugnale piantato nelle orecchie di chi è abituato all'heavy metal edulcorato e plastificato che ha preso piede in questi tristi giorni, ma la continuità settantiana evidenziata nelle 8 mitologiche composizioni di "Black Death" non potrà che esaltare gli amanti delle sonorità più difficili e al contempo autentiche del grande heavy metal d'annata: difficile non lasciarsi rapire dalle incantagioni mefitiche di maledetti capolavori come l'ultraviolenta title track, in cui un up-tempo thrashy degenera presto in un delirio ritmico totale, oppure la lenta e consumante "Hell's Whip", altro viaggio nelle tenebre di cirithungoliana memoria... Sul versante più classico i Brocas non mancano di farci letteralmente volare in alto con la quasi-maideniana "Fly High", autentico inno che unisce heavy metal, epicità e malinconia (leggete le lyrics), dove la chitarra di Bobbie Wright commuove ad ogni nota del memorabile refrain. Imperdibile anche la devastante "Prepare For Battle", dove un riff disarmonico si alterna a uno splendido rimando medievale con tanto di coretto che lascerà a bocca aperta anche i meno schizzinosi tra voi! Geniali trovate come il flauto rinascimentale di "The Chemist", il basso pulsante e magmatico di Jim Schumacher, e l'incredibile caratura metallica di brani come "Satan's Prophets" o la drammatica "Fall Of The Curtain" non fanno che completare il discorso di un disco al contempo enigmatico e affascinante. Sono in molti a preferire l'esordio "Into Battle" disco indubbiamente più epico in senso classico, più immediato e classicamente heavy metal: ma se darete il giusto tempo a "Black Death" ve ne innamorerete per sempre! Epicità non è solo cori gloriosi e mid tempo belligeranti: epicità è anche magia, mistero ed enigma. Tre ingredienti che bastano a rendere "Black Death" un disco unico del suo genere e, in poche parole, entusiasmante.

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