BRIGHTEYE BRISON: STORIES
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17/05/2008La scandinavia è sempre stata una buona fucina di band e musicisti dediti al progressive rock, tanto che molti di loro sono fra i migliori del genere a livello mondiale. Stiamo parlando di band affermate come i The Flower Kings o i Kaipa ed altre emergenti come ad esempio i Beardfish. In questa vasto elenco dobbiamo aggiungere anche i Brighteye Brison, gruppo svedese che ha esordito con un album omonimo nel 2003 e che nel 2006 ci ha presentato 'Stories', disco oggetto di questa recensione. 'Stories' ricalca fedelmente il prog rock anni '70 e ci propone 10 tracce dove le sonorità delle chitarre sono coniugate a quelle di sassofoni, flauti e trombe, il tutto atto a ricreare un'atmosfera ariosa, solare e variegata. Le più che buone melodie vocali, spesso in coro, si accompagnano in maniera ottimale alle ritmiche spesso sinfoniche, ma a volte anche di vena quasi jazzistica. Difficile non lasciarsi trasportare dal brani come la rockeggiante "Pattners" o la complessa e ispirata "The Battle Of Brighteye Brison", altrettanto arduo è non apprezzare le belle ballate "Late" e "Life Inside". Proprio questa grande capacità di creare brani che sappiano alternarsi come ritmica e stile, pur rimanendo sempre fedeli alla loro scelta musicale settantiana, permette al disco di essere anche duraturo e non "monocorde". Sicuramente un vantaggio sia nell'ascolto completo, sia nella voglia che rimarrà a chi lo comprerà di riascoltarlo spesso nel tempo. Aggiungiamo che l'artwork, che ricalca quello di un libro, è semplice ma molto bello e che la produzione e la registrazione sono di alto livello, rendendo giustizia ancor di più a questo album. Infine una piccola curiosità. Se si legge con attenzione la line up del disco si può notare che Kristofer Eng, oltre al basso ed al flauto, si dedica all'utilizzo di due strumenti musicali: i taurus pedals e il theremin. Entrambi gli strumenti sono alquanto rari da vedersi utilizzati, sia perché sostituiti spesso dall'elettronica sia perché alquanto difficili da suonare. I taurus pedals sono una pedaliera per basso atta a funzionare come un sintetizzatore analogico che è stata in voga sul finire degli anni settanta. Il themerin invece è uno strumento, inventanto nel 1920, che prende il nome dal suo inventore russo Leon Themrin. E' composto da un'apparecchiatura elettronica con due antenne, una verticale ed una orizzontale, ed il musicista per produrre suoni deve interferire con le mani nei campi magnetici creati dalle due antenne. La difficoltà sta proprio nel fatto che si suona muovendo le mani nell'aria senza toccare lo strumento e quindi è necessaria una grande abilità. Per chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni, o fosse solo curioso, riguardo i due strumenti consiglio come punto di partenza questi due link: theremin e taurus pedals.
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