BORIS: Soundtrack From Mabuta No Ura
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01/02/2010Bellissima l’idea di scrivere una falsa colonna sonora, immaginarla nella propria testa e portarla in musica, facendola poi scorrere come una vera e propria soundtrack. Stessa idea, venne agli Ulver ben cinque anni addietro con 'Perdition City', quel capolavoro di album metà trip-hop metà elettronico, che ancora oggi viene amato ed odiato da tanti. Non capiterà stesso l’eguale sorte a questo esperimento, ma comunque facente parte ufficialmente della discografia dei giapponesi. Le prime due tracce sono da introduzione, dolci e pacate, mentre con la nuova versione di "A Bao A Qu", le chitarre ci ricordano i fasti di un tempo, miscelando con sapienza il flusso disturbante del debut, e il mood riflessivo di 'Flood'. Ogni traccia porta con sé comunque un’anima a sé stante, che allo stesso tempo, non ha niente da spartire con le altre, ma si uniscono, ad ascolto concluso, ad un unico filo conduttore che è quello del concept immaginario che sta dietro Mabuta No Ura. Un disco che riassume il lato più sperimentale e curioso della band, in una salsa nuova, lato racchiuso nella chiusura affidata a "It Touches", dal basso funkeggiante e i toni carichi di luce. Da ascoltare almeno una volta, magari con la giusta atmosfera…
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