BORIS: Feedbacker
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31/01/2010La copertina è il sunto di ciò che 'Feedbacker' rappresenta. Wata è stesa per terra, tramortita molto probabilmente dal suono indemoniato dei stessi suoni prodotti dalla sua band. Come voler dire “vedete cosa provoca l’ascolto di questo disco?”. Ecco, loro vi hanno avvertito. 'Feedbacker' è un’unica traccia che, se vogliamo, possiamo suddividere in cinque parti. I primi assalti lievi di feedback chitarristico, che si dimenano per circa dieci minuti. Segue circa un quarto d’ora di trame più delicate, che scoppia all’ottavo minuto con una breve parte vocale. Siamo quasi alla sintesi, di dischi come 'Absolutego' e soprattutto 'Flood'. Il lato più vicino al primo, è infatti rappresentato da circa 5 minuti di terrore sonoro, litanie ora assordanti ora maniacali nel loro incedere, che finalmente prendono una godibile forma-canzone. Siamo quasi agli sgoccioli, quando dopo l’apporto vocale senza alcun filtro o effetto, inizia a sgretolarsi un monolite, che trova il suo posto per poter morire negli ultimi tre minuti del disco.
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