BIOHAZARD: MEANS TO AN END
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31/08/2005Brutti anni, questi ultimi dei Biohazard. Tra Seinfeld che si dà al porno e dischi mediocri come “Uncivilization” o “Kill Or Be Killed”, le carte in mano ai quattro newyorkesi non facevano presagire nulla di buono; nonostante la band capitanata da Evan e da Billy Graziadei abbia scritto pagine importanti del crossover/hardcore soprattutto nella prima metà degli anni ’90 con veri e propri masterpiece tipo “Urban Discipline”, “State Of The World Address” o “Mata Leao”, gli ultimi anni consegnano ai posteri un immagine sfocata dei Biohazard, tra scarsi rimandi al passato e scimmiottamenti al rap metal più becero. Non nascondo quindi che da parte mia consideravo la band virtualmente finita, finchè non è arrivato nel mio stereo questo “Means To And End”, misteriosamente foriero di buone speranze per motivi ignoti. Speranze che si sono concretizzate in realtà, se vogliamo dirla tutta. I Biohazard sono tornati a pestare duro, facendo di nuovo propria la letale miscela di metal e hardcore crossoverizzato che risulta ancora esplosiva e suonata con l’attitudine e la forma dei tempi d’oro. Tra assalti velocissimi (“The Fire Burns Inside”, puro hardcore di razza) e mosh parts da capogiro (la terremotante opener “My Life, My Way”, “Filled With Hate”) i quattro confezionano un lavoro potente e grezzo; è un vero piacere sentire di nuovo la voce di Seinfeld vomitare la rabbia di un tempo e le chitarre macinare riff che non siano le solite due note sincopate da rap metal. Rientrano nel loro ambito di competenza alla grande, i Biohazard, dimostrando di essere ancora quella macchina da guerra che già in passato non aveva fatto prigionieri.
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