ANGBAND: IV
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25/07/2020Gli Angband sono partiti nel 2008 come progetto strumentale del chitarrista iraniano Mahyar Dean, per poi diventare una band vera e propria. Questo è il loro quarto album, che segna il debutto in line-up del cantante Tim Aymar, ex Control Denied e ora in forza ai Pharaoh. Quello degli Angband è uno stile che si fonda su un heavy classico, che vede però la presenza in diversi brani di strumenti a fiato tipici del foklore persiano. Ad essere sinceri, non sempre questo mix sembra funzionare proprio bene, e appare in qualche occasione persino un po' forzato. Anche dal punto di vista chitarristico, sembra di trovare qua e là diverse sbavature o passaggi che non convincono appieno. "IV" è dunque ben lungi dall'essere un album perfetto, però se lo andiamo a considerare come un prodotto dell'underground e teniamo conto della provenienza del gruppo da un paese dove suonare metal non è esattamente la cosa più facile che possa esserci (anzi, a tal proposito, nei testi di alcune canzoni Dean lamenta proprio la lontananza dalla sua terra d'origine), non possiamo che guardare al disco con un minimo d'indulgenza. Peraltro, come evidenziato, c'è il tentativo apprezzabile di sperimentare soluzioni differenti dal solito, oltre alla presenza di un cantante come Tim Aymar, che certamente con la sua presenza impreziosisce e dà lustro al progetto. Inoltre, bisogna riconoscere alla band la capacità di riuscire a coniugare potenza e melodia tra pezzi molto diretti (come l'opener "Fighters") o altri che sembrano davvero ispirati ai Control Denied (ad esempio "Insane") o, ancora, con incursioni nel power/prog (citiamo, tra gli altri, "Cyrus The Great" e "Visions In My Head"). C'è spazio anche per qualche mid-tempo, come "Nights Of Tehran", incentrata molto sulla voce di Aymar e su una chitarra meno aggressiva o la malinconica "Children Of War". Gli Angband cercano di proporre dunque un album vario, caratterizzato però da uno stile che presenta le sue peculiarità. Poteva farsi sicuramente di meglio, specialmente a livello di produzione però, tenuto conto anche delle nostre precedenti osservazioni, per noi può anche andar bene così.
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