ABORYM: GENERATOR
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21/02/2006Non è facile trovarsi a recensire un lavoro come “Generator”, nuova fatica di Aborym. Una band che nonostante abbia collezionato negli anni inutili gossip extramusicali di dubbio valore alimentati da giornalisti o presunti tali e sedicenti metallers con la sacra fiamma nera nel cu…ore, deve ancora vedere una recensione negativa di un proprio album. Cosa non da poco, se ci pensiamo. Cosa che dovrebbe far capire a tutte le persone di buon senso (mi auguro siano la maggioranza) il valore effettivo del combo romano; in tutta sincerità e parlando da scalmanato fan di Aborym, ero molto scettico su “Generator”. Ritengo il precedente “With No Human Intervention” l’apice compositivo assoluto di Fabban e compagni, e se aggiungiamo alla posta la line up pesantemente rimaneggiata che vede Prime Evil occupare il posto che fu di Attila e l’inserimento di una batteria ‘vera’, il quadro era per quanto mi riguarda preoccupante. E’ bastato un ascolto per mandare a farsi fottere qualsiasi apprensione. “Generator” va visto in un’ottica totalmente diversa da quella con cui si analizza(va) il precedente album. Consci che oltre la bulimia tecnologica di “WNHI” non si poteva andare, il quartetto ha assemblato un album che è al tempo stesso il più snello, compatto ed omogeneo della loro discografia, un album che può tranquillamente essere visto come unica unità di azione musicale che combina insieme black metal, industrial, ferali atmosfere elettroniche (ascoltatevi l’apocalittica “A Dog-Eat-Dog World”, “Man Bites God” con Attila o il superbo stacco electro di “Between The Devil And The Deep Blue Sea”) risultando unico, come sempre. Vi sfido a trovare un disco che assomigli seppur lontanamente a “Generator”, per sonorità e intenzioni. Non lo troverete. Non troverete da nessuna parte le chitarre granffianti di Nysrok, axeman dalle rare doti tecniche che supera sé stesso sia a livello solista che ritmico in più di un’occasione (“Suffer Catalyst”, “Ruinrama Kolossal S.P.Q.R.” o la devastante opener “Disgust And Rage”), così come non esiste un’altra ugola come quella di Prime Evil, o un tale uso delle tastiere perverso e angosciante. Con Aborym l’eccellenza va in scena per la quarta volta consecutiva. Non c’è scampo. This is the sound of death…
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