A CHINESE FIREDRILL: CIRCLES
data
07/02/2008Nell'autunno appena trascorso esce per la Progrock Records il primo album de A Chinese Firedrill. Dietro questo particolare nome non si nasconde però un vero e proprio gruppo, ma troviamo il lavoro solista di un bassista molto conosciuto nella scena metal/rock: Joey Vera. Joey, componente dal 1996 dei Fates Warning e precedentemente di gruppi come Anthrax e Armored Saint, ha deciso nel 2005 di dedicarsi anche ad un progetto più personale e, con il solo aiuto di Greg Studgio alle batterie, ecco che nasce il progetto A Chinese Firedrill. Proprio a cavallo del 2005/06 nascono i 7 brani qui presenti e Joey inizia a proporli live sino a quando, prima con la Bridge Records nel 2006 ed adesso nel 2007 con la Progrock Records, questi vengono incisi in un album che prende il nome di 'Circles'. 'Circles' non si presenta, a dispetto di come ci si potrebbe aspettare, sotto forma di un album ove si tenda a mettere in mostra le capacità già conosciute al basso di Vera. Il disco è di tutt'altro genere e Joey, che suona anche chitarra e tastiere, non si focalizza su un singolo strumento e si è dedicato a creare un album vero e proprio e non un "esempio di stile". L'album ha sonorità progressive abbastanza particolari che per certi versi rimandano alle varie esperienze effettuate da Vera nelle varie e numerose collaborazioni della sua carriera. Spesso si possono accostare le sonorità dei 7 brani del disco a gruppi come OSI, Porcupine Tree e Chroma Key e il risultato complessivo sono 45 minuti di complessa e ben strutturata che sanno farsi apprezzare dall'inizio alla fine. Spesso quindi ci troveremo ad ascoltare in 'Circles' ottime melodie dove si accostano in maniera precisa parti più classiche a scelte elettroniche e psichedeliche, il tutto creando un insieme ricercato e allo stesso tempo molto godibile. In definitiva 'Circles' dimostra che Joey Vera non è solo un ottimo bassista ma, oltre a dimostrare di essere più che capace a maneggiare chitarre e tastiere, è anche un artista a tutto tondo capace di scrivere e arrangiare musica in piena autonomia, senza per questo cadere nel banale e già sentito o nella ricerca della dimostrazione tecnica a tutti i costi. Questo disco, passato forse un po' troppo in sordina, ci regala un ascolto che gli amanti del prog rock ricercato sapranno apprezzare.Per concludere voglio citare un paio di curiosità sull'espressione che da nome al gruppo. Nelle ricerche che ho fatto l'espressione sembrerebbe nata in america e sta ad indicare un'attività spesso disorganizzata e talvolta azzardata. Il tutto nascerebbe dalle attività dei primi emigranti cinesi negli usa: spesso i loro comportamenti agli occhi degli americani, che li vedevano per la prima volta, sembravano disorganizzati e complesse, da qui il riferimento ai cinesi, e da allora l'espressione si accomuna ad attività male organizzate o rischiose. Ho trovato però anche altri due riferimenti particolari: sembrerebbe che con il termine chinese firedrill siano indicati anche due "giochi" singolari. Il primo prevede che i passeggeri di un automobile, di solito 4, al fermarsi ad un semaforo rosso debbano scendere dall'auto, correre intorno ad essa e quanto il semaforo diventa verde risalire velocemente con l'accortezza che nessuno si sieda al posto dove era precedentemente. Il tutto si ripete al successivo semaforo. Il secondo gioco prevederebbe invece la presenza di una pila di regali impacchettati, tanti quanti i partecipanti al gioco. In ordine ogni partecipante sceglie di prendere un regalo fra quelli della pila o uno di quelli scelti dai partecipanti precedenti, senza però poter prendere indietro uno già avuto in precedenza. Il gioco termina quando tutti i regali della pila sono stati scelti. Non c'è che dire, Vera ha scelto sicuramente un titolo particolare per il suo disco!
Commenti