BRITNY FOX: Voglia di ristampe
La seconda metà degli anni ’80, periodo battezzato con molta ironia hair metal dagli americani, rimarranno irripetibili, soprattutto per quella generazione che ha avuto la fortuna (come il sottoscritto) di viverlo in pieno. MTV mise in brevissimo tempo i Britny Fox in high rotation: serbo un affettuoso ricordo di quel pomeriggio quando li vidi per la prima volta sullo schermo della TV di casa. Appena partirono le prime note di ‘Girlschool’ (video clip azzeccatissimo) pensai ad una sorta di Poison più ruvidi, ad un riuscito mix con i primi Cinderella (entrambi gli ensamble sono originari di Philadelphia), grazie al loro stile glamour elegante, quasi regale, ma forti di un suono decisamente graffiante. Di strada ne ha poi fatta il debutto, il quartetto si conquistò i favori della critica, addirittura su qualche rivista specializzata del periodo si ipotizzava il passaggio del testimone con i Kiss, ma senza scalfire la storia del Bacio, ‘Dizzy’ Dean e soci si portarono a casa il disco d’oro, grazie anche al contributo degli altri tre singoli ‘Long Way To Love’, ‘Save The Weak’ e Fun In Texas’. John Jansen in cabina di regia, nel suo curriculum personale vanta collaborazioni con Jimi Hendrix, Meatloaf, Bonnie Tyler, Faster Pussycat, Dirty Looks e moltissimi altri artisti, è stato determinante nel rendere il suono dei quattro volponi metallico, elettrico ed immediato.
Nell’arco di un solo anno ‘Boys In Heat’ bissa il successo, seppur in tono minore, ma soprattutto si rileva il miglior disco nella fulminante carriera dei Britny Fox. Raccolto in una bellissima copertina realizzata da Barry Jackson (c’è il suo estro dietro le immagini di ‘The Last In Line’ di R.J. Dio ed ‘Afterburner’ e ‘Recycler’ dei texani ZZ Top), la scrittura ci consegna una band più matura e consapevole dei propri mezzi, con in dote una manciata di canzoni toste (‘In Motion’, ‘Standing In The Shadows’, ‘Living On A Dream’ e ‘Plenty Of Love’ tra le mie preferite), tra cui una riuscitissima versione di ‘Hair Of The Dog’ pescata dal repertorio dei Nazareth, supportate da una produzione stellare, griffata dal mago dei suoni Neil Kernon: Dokken, Kansas, Autograph, Queensryche e Shy, solo per cintarne alcuni dei suoi assistiti. La Rock Candy ristampa i primi due album in audio remastered, senza snaturarne lo spirito divertente dei due lavori, con un suono decisamente corposo ed ottimamente definito: peccato non vi siano bonus track.
P 1988-1989/2021 Rock Candy Records
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