HARDSOUNDS POLL 2024: La resa dei conti
La resa dei conti 2024. Ci siamo, ce l'abbiamo fatta anche quest'anno e come sempre non ci siamo fatti mancare nulla, ascoltando l'inverosimile e senza fare troppo gli schizzinosi come da tradizione hardsoundiana. Quanto segue rappresenta un anno intero di uscite, di tempo che abbiamo dedicato ad ascoltare e scrivere con la passione che da sempre anima Hardsounds, badando poco alle formalità e molto più a quello che ci piace. In fin dei conti non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, tanto meno dire "grazie" a qualcuno. Di seguito il Poll 2024, la sintesi concreta di quello che siamo veramente.
EVERGREY - Theories of Emptiness
BETH HART - You Still Got Me
WALTER TROUT - Broken
NICK CAVE & THE BAD SEED - Wild God
PAUL WELLER - 66
WHEATER SYSTEM - Ocean Without Shore
BETH GIBBONS - Lives Outgrown
CANAAN - Ai Margini
NEW MODEL ARMY - Unbroken
TIDES FROM NEBULA - Instant Rewards
ULCERATE - Cutting The Throat of God
CANAAN - Ai Margini
MY DYING BRIDE - A Mortal Binding
DEFLORE - Defective Music for a Daily Psychosis
KEYGEN CHURCH - Nel Nome del Codice
ORGHANON - Future In Motion
OFFICIUM TRISTE - Hortus Venenum
BIPOLAR ARCHITECTURE - Metaphysicize
Le ultime parole famose: Anno particolarmente interessante in quanto a numero di release di elevata qualità: La conferma dei The Vision Bleak come maestri dell’orrore, degli inossidabili My Dying Bride tornati a livelli dei tempi d’oro, il disco più complesso e completo dei Deflore, l’orgoglio tutto italiano dei Canaan unici nel loro mix di dark/elettronica/ambient/glitch/synthwave/industrial/noise, la scoperta (faccio mea culpa) dei neozelandesi Ulcerate fautori di death/dark/post metal di eccelso livello, il finissimo distillato di emozioni malinconiche dei rotterdoomsters Officium Triste, un tripudio di epicità liturgico/barocca/classica/gotica e romantica di atmosfere sinistre e chitarre industrial/abrasive tutto rigorosamente in digitale dei Keygen Church. Il graditissimo ritorno di Orghanon con una maggiore dinamicità dei brani electrodark/trip hop ed il post metal progressivo dei teutonici Bipolar Architecture fino ad arrivare quasi in calcio d’angolo con i Tides From Nebula che per poco non si aggiudicano la pole, con un post rock esplosivo e veramente contagioso.
DANE DONOHUE - L.A. Rainbow
VOODOO CIRCLE - Hail To The King
PUYA - Potencial
PAGE99 - 99.3
NIGHTBLAZE - Nightblaze
ANIMS - Good'N'Evil
MY DARKEST RED - Midnight Supremacy
ACCEPT - Humanoid
NIGHT PLEASURE HOTEL - Portraits
Le ultime parole famose: Se Dane Donohue e Page 99 rappresentano un graditissimo ritorno importante per le sonorità West Coast, Nightblaze, Anims e Night Pleasure Hotel sono la conferma che l'Italia detiene il primato per le migliore usicte discografiche in ambito AOR a livello mondiale. Mentre i nostrani My Darkest Red hanno pubblicato il miglior gothic/dark metal album dell'anno.
ALESSANDRO MENCARINI
DARK TRANQUILLITY - Endtime Signals
BORKNAGAR - Fall
HAUNTOLOGIST - Hollow
ZØRZA - Hellven
BYTHOS - Chthonic Gates Unveiled
THE SPIRIT - Songs Against Humanity
INQUISITION - Veneration of Medieval Mysticism and Cosmological Violence
IHSAHN - Ihsahn
DARKTHRONE – It Beckons Us All…
Le ultime parole famose: Si sarebbe portati a ritenere che, chi passa il tempo a scrivere recensioni per CD, abbia più tempo del normale per ascoltarli e non debba quindi avere il minimo problema a trovare dieci opere entusiasmanti nell'arco di un anno intero. La realtà è un po' diversa, vuoi perchè, a forza di ascoltare più della media, si ha sempre più difficoltà ad entusiasmarsi, vuoi perchè le recensioni non sono sempre dettate dall' ascoltare sempre e comunque ciò che si ritiene più gradevole. Quest'anno si è rivelato ugualmente particolare, nel momento in cui mi sono trovato con appena due CD che desideravo includere fra quelli ascoltati. Dopo aver pensato ad un anno molto povero per i miei interessi, mi sono dovuto fortunatamente ricredere alla prova di una ricerca un po' più approfondita che tenesse appunto conto più delle mie preferenze (evidentemente trascurate, e veniamo al supposto tempo in più che in realtà non c'è) e meno di quello che mi è capitato di recensire. Gli sloveni Skyeye sbancano ancora una volta, dimostando che si può ancora essere dei giganti senza per forza essere originalissimi. A seguire l'ennesima perla dei Borknagar, ormai una certezza, e poi la prima vera sorpresa: i redivivi Athena (XIX), prima formazione di una certa notorietà di Fabio Lione, autori di un lavoro dal dinamismo spiazzante. Non può mancare a mio avviso l'ultima esibizione dal vivo dello scomparso Mike Howe, secondo cantante tragicamente passato a miglior vita per gli sfortunati Metal Church. L'ultimo lavoro dei Darkspace lo avevo sottovalutato in sede di recensione, vista la minore caratura rispetto ai lavori precedenti degli svizzeri, ma una volta assorbita la delusione, l'opera si rivela comunque validissima. I kirghizi (trapiantati a Lipsia) Darkestrah tornano con una nuova vocalist dopo la dipartita di Kriegalith e l'ultimo lavoro affrotato con un session man dietro il microfono. Bruce Dickinson dimostra una volta di più di non aver bisogno della luce riflessa della sua band madre, i suoi lavori vivono di meriti propri. Ihsahn è un'artista che sospetto di aver sottovalutato, l'ultimo lavoro omonimo da una sensazione di enormità e spiazzamento che richiederebbe ben altri tempi, e probabilmente questo vale in generale per la sua carriera solista. Chiude il ritorno con una certa virata stilistica dei Combichrist, non sempre facili da digerire ma anche qui c'è tantissimo da scoprire, musicalmente parlando.
Le ultime parole famose: Dodici mensilità colme di uscite discografiche per tutte le orecchie e per tutti i palati fini e meno; anticipando l’impossibilità di trovare l’attenzione necessaria per un dovuto ascolto su tutto, menzione una qualità media in rialzo rispetto l’ultimo biennio, per mano di tanti vecchi leoni che ad oggi, di andare in pensione, non ne vogliono affatto sapere. Accompagnata da una manciata di nuove leve assolutamente interessanti e di cui spero di avere possibilità di godermi live. Ordine randomico, dal SynthWave al metal, con buona pace per gli esclusi di poco, ma meritevoli di menzione tipo Stryper, FM, Russell (Jack - RIP) Guns.
Le ultime parole famose: Anno illuminato dall'incredibile ritorno dei Cure, con uno dei loro migliori dischi in assoluto, e con alcune sorprese in ambito "vecchie volpi" del rock (The Smashing Pumpkins, Jack White, David Gilmour). Notevoli anche i colpi di coda di alcune band britanniche di lungo corso come Starsailor e Travis, che hanno arricchito il loro suono già ben stabilito con nuove influenze e suggestioni.
Le ultime parole famose: In questo 2024 che va a terminare, francamente faccio fatica a stilare una classifica con i migliori dieci dischi usciti; del resto, la vena creativa, al livello internazionale, va scemando inesorabilmente da anni. Posso certamente segnalare l’ultimo disco dei Cure, uscito da poco, dopo ben sedici anni dal precedente ‘4.13 - Dream’; pur trattandosi di un disco un po’ autocelebrativo, quanto meno rappresenta la tradizione solida di certa musica divergente, con la voce di Smith ancora stratosferica nonostante l’età. E, restando su generi post punk/newave, ho ascoltato volentieri il live dei The Damned, ‘AD 2022 Live in Manchester’; qui si celebra una reunion del 2020 con la formazione originale dei primi due dischi ‘Damned Damned Damned’ e ‘Music For Pleasure’. E sul postpunk attuale trovo fantastico il nuovo disco dei Fontaines DC, band sempre in crescita. Bello anche il ritorno sulle scene dei Primal Scream dopo otto anni di silenzio, con un disco più ispirato rispetto al recente passato. Per il resto ho trovato piacevoli alcune novità nel settore death metal come Living Gate e Walking Wounded. I primi sono una band sporca e violentissima ma troviamo pure una tecnica compositiva notevole e assai complessa. I secondi propongono un furioso mix death/thrash metal old style. Ricorderei, poi, i redivivi Six Feet Under con il nuovo ‘Killing For Revenge’, anch’essi rappresentativi di una solida tradizione: in questo caso un brutal death metal senza compromessi. Spostandosi sul filone noise, ho apprezzato molto gli Abandoncy, band americana micidiale e devastante, con un disco acido e irregolare, come si conviene nel genere trattato.
WINTERSUN - Time II
VANDEN PLAS - The Empyrean Equation Of The Long Lost Things
ATHENA XIX - Everflow Part I: Frames Of Humanity
VIRTUAL SYMMETRY - Veils Of Illumination
THE END MACHINE - The Quantum Phase
KISSIN' DYNAMITE - Back With A Bang!
NIGHTWISH - Yesterwynde
IOTUNN - Kinship
AUTUMN'S CHILD - Tellus Timeline
Le ultime parole famose: Quest'anno si sono distinte alcune uscite interessanti in ambito prog metal, come Vanden Plas, Athena XIX, Virtual Simmetry, Opeth o Teramaze, ma c'è stato anche il clamoroso seguito di "Time" dei Wintersun, dopo ben dodici anni dal primo, quando ormai in parecchi avevano perso le speranze. Ottimo l'album degli Evergrey, così come monumentale è quello dei Nightwish. Da evidenziare qualche buona uscita in ambito hard rock come The End Machine e Kissin' Dynamite e in ambito melodic death, in particolare con Iotunn e Dark Tranquillity.
Le ultime parole famose: Anno molto deludente in quanto a uscite. Ho davvero faticato a trovare 10 titoli stiracchiati. Direi che tutt'ora cio' che ancora ascolto su Spotify e spesso sono l'album di Jerry Cantrell, gli Evergrey ed i Freak Kitchen. Due grandi delusioni in primis, I nuovi album degli Opeth e Leprous. Quasi inascoltabili rispetto ai loro precedenti lavori. L'album peggiore dell'anno? Sicuramente quello dei Falling In Reverse. Rappresenta tutto quello che c'e' di sbagliato nella musica odierna. Speriamo in un 2025 migliore...
CEMETERY SKYLINE - Nordic Gothic
EVERGREY - Theories Of Emptiness
FIREWIND - Stand United
JUDAS PRIEST - Invincible Shield
RAGE – Afterlifelines
SAXON - Hell, Fire and Damnation
SEBASTIAN BACH - Child Within The Man
VANDEN PLAS - The Empyrean Equation Of The Long Lost Things
VISION DIVINE – Blood And Angels Tears
Le ultime parole famose: L'estate sta finendo e un anno se ne va, Sto diventando grande lo sai che non mi va; così recitava uno dei pezzi più celebri dei Righeira, una strofa che ben riflette lo stato d’animo di uno che a quei tempi (era il 1985) c’era e ben si ricorda quell’estate. È vero che siamo nel pieno delle festività natalizie e che il caldo sole estivo altro non è se un sopito ricordo, ma il concetto di fondo si applica ugualmente bene, riuscendo ad esprimere quel senso di soffusa malinconia che permea le giornate di chi ha già vissuto la propria giovinezza al suono di Maiden, Judas, Metallica, Megadeth, Motley Crue, Dokken, Firehouse, Saxon e tanto altro. Tale mestizia ben si manifesta in certi ascolti di quest’anno, i toni cupi dei sempre maestosi Evergrey o l’algida melodia dei sorprendenti Cemetery Skyline dell’onnipresente Mikael, ma anche nei dischi di vecchie glorie come Bruce, i sempiterni Priest, gli inossidabili guerrieri sassoni o i belluini Rage ma anche in gloriosi echi e riflessi di quella che fu l’ondata prog-power di fine millennio scorso, Firewind, Vanden Plas e i nostrani Vision Divine, autori di un (capo)lavoro assolutamente incredibile. Per ultimo, menzione d’obbligo per “Child Within The Man” del biondo crinito di origini canadesi: mai stato un grande estimatore (per usare un eufemismo) della sua carriera solista eppure questa volta tutto funziona al meglio, attraverso un’inopinata sequela di hit su cui Seb ringhia come ai tempi dei primi Skid Row. Tutto normale, insomma, in un altro anno (mica un solo giorno...) che inesorabile scorre via, nella sua ordinaria follia.
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