1988: Thrash Hardcore, Crossover
A distanza di 30 anni non è semplice inquadrare il 1988, per quel che riguarda thrash e hc. I germi spuntati nell'anno precendente si stanno sviluppando e, col senno di poi, tutti gli elementi che porteranno alla mutata situazione dei 90 sono in opera e all'opera: la coesistenza di vecchio e di nuovo, la diversità degli impulsi evolutivi (o involutivi).
Il thrash metal di fatto è diventato mainstream. Se non il genere nel suo complesso, i maggiori gruppi che lo hanno fatto partire. In primis, i Metallica. Inutile ripetere qualcosa riguardo al peso che il gruppo ha avuto nella nascita di un genere e nei rapporti tra metal e hardcore punk. Ma And justice for all, non esattamente il primo degli album a cui si pensa, parlando di Metallica, vendette assai di più delle tre precenti pietre miliari. Arrivò al numero 6 nella Billboard 200, dove stazionò per ben 83 settimane. E' su questo risultato che l'anno successivo saranno nominati per i Grammy. Eppure, riascoltato a trenta anni di distanza, lasciate da parte infinite polemiche on line su batteria troppo evidente e basso invisibile, continua a sembrare un'ombra molto appannata di Master Of Puppets, un album messo assieme con gli scampoli di due anni prima, condito da una produzione discutibile. Le cronache parlarono e hanno poi parlato di una band sempre più esaltata dai continui sold out, ma convinta di aver conquistato la vetta alle proprie condizioni. Potremmo dire che non c'è motivo di contestare questa affermazione: il punto è quel che è successo dopo. La presenza come ospite di James Hetfield su Kichigai , ultimo atto dei dei Septic Death (altro ospite Andy Airborne Andersen degli Attitude) è l'ultima traccia di rapporti concreti tra il gruppo e il suo ambiente di provenienza. Per gli Slayer è tutta un'altra storia. Fare uscire un disco dopo Reign In Blood non era semplice, tutt'altro, anché perché la formula Slayer si era dimostrata comunque più circoscritta, dai confini più stretti, rispetto a quella di Metallica e Megadeth. Gli Slayer riescono comunque a venirne fuori al meglio: rallentano, mettono in mezzo inserti acustici mai sentiti prima da loro, accentuano le le tinte oscure, tirano fuori una cover dei primi Priest: ne viene fuori South Of Heaven. E a distanza di 30 anni se si pone il vinile sul piatto sull'attacco della title track ancora vengono i brividi. Per i Megadeth è l'anno di So far so good so what. Nonostante Mustaine si sia perso per strada mezzo gruppo, a differenza dei Metallica e come gli Slayer, sa gestire bene il fatto di avere alle proprie spalle Peace Sells. Il disco non è geniale come il suo predecessore, ma comunque veloce e brillantissimo, e non mancano i pezzi memorabili. Vende velocemente quasi mezzo milione di copie (e arriverà al platino). Overkill: per loro è l'anno di Under the influence. Rat Skates se ne andato l'anno prima: la joint venture Megaforce-Atlantic sul gruppo non gli è piaciuta. Lo racconta nel documentario Born In The Basement, si ritrova in mezzo al tour senza soldi per telefonare a casa, la cosa gli appare insensata, alla fine del tour molla. Non starò a fare una panoramica di tutte le uscite thrash metal dell'anno. Il tre ormai grandi del thrash tedesco sono in tour e in pausa discografica, idem i Sepultura, che stanno cominciando la loro strada verso la vera notorietà. Per me i fatti più interessanti, a parte Destroy After Use (Jester Beast, da Torino), vengono dal solito posto (Bay Area e dintorni), dove il thrash esiste ancora al grass roots level, come si dice: cose fresche, a vario livello, arrivano dai gruppi che su major non sono ancora arrivati, i Sadus che esordiscono con Illusions, il magnifico esordio dei Vio-lence Eternal Nightmare, il capolavoro dei Death Angel Frolic Through the Park. La terza ondata dei gruppi thrash californiani sarà di fatto anche l'ultima. Il fenomeno è in via di esaurimento.
Ritornando ai gruppi di punta del thrash, al loro secondo giro su major offrono un panorama da un certo punto di vista omogeneo. Hanno fatto carriera e per ora senza "selling out". Ma ormai sono tutti ben lontani dal loro ambiente di partenza, fino quasi a perdere il contatto con l'humus da cui sono venuti. Ma quell'humus, del resto, non c'è più, è cambiato. L'hardcore punk è molto ridotto, in California, la sua prima fase si è ormai esaurita da due anni (scioglimento di Dead Kennedys e Black Flag). C'è ancora vita a Orange County, i D.I. sono ancora operativi, anche se Rikk Agnew li lascia, escono con What Good Is Grief To A God? , bell'album che però sarà un fiasco commerciale. Gli Adolescents pure sono ancora attivi, e fanno uscire Balboa Funzone, non proprio il primo dei loro dischi a cui viene da pensare. Sempre in California arrivano al secondo lp i Victims Family, con Things I Hate To Admit. Questa band assolutamente incredibile, con il suo mix di hardcore punk e jazz e con il suo livello tecnico impressionante, sarà apprezzata molto più in Europa (e in Italia) che negli USA. Credo di averli visti almeno un paio di volte, dal vivo, a fine anni 80, ed erano davvero mostruosi. Sia Ralph Spight (chitarra e voce) che Larry Boothroyd (basso) attualmente sono con Jello Biafra and The Guantanamo School Of Medicine. Anche a Oxnard i gruppi del nardcore sono ancora attivi: Ill Repute, Rich Kids On LSD, Dr. Know: questi ultimi escono con un nuovo LP su Death Records (sottoetichetta Metal Blade), Wreckage In Flesh, lavoro completamente crossover.
Il crossover è diventato una tendenza molto diffusa. I già citati Attitude sono decisamente attivi: quanto a vinili nel 1988 lasciano un 7' con 3 pezzi, To Whom It May Concern e un EP di cover (un cult), The Good, The Bad, The Obnoxious.
Il retro della cover di The Good The Bad The Obnoxious degli Attitude
I Suicidal Tendencies arrivano su una grossa major, Epic, e fanno uscire How Will I Laugh Tomorrow When I Can't Even Smile Today. Un disco metal, nessuna traccia dell'hardcore delle origini. 4 of a Kind dei DRI (1988, Metal Blade) invece suona forse appena appena meno metal del precedente Crossover. Per me il miglior disco dell'anno quanto a crossover thrash viene da Seattle: gli Accused mettono a segno il miglior colpo della loro discografia anni 80 con Martha Splatterhead's Maddest Stories Ever Told.
Lontano dalla metallizzazione spesso eccessiva ci sono i Bad Religion, che con Suffer fanno cominciare contemporaneamente il loro nuovo corso e il "nuovo hardcore melodico", che tanto peso (e successo) avrà nei primi anni 90. E chi li ha visti in quel periodo (88-90, prima che a Stereodrome venisse in mente di trasmettere un loro concerto) sa bene che i loro era purissimi concerti HC, melodia o meno. A questo proposito, è l'anno di uscita di Boogadaboogadaboogada! degli Screeching Weasel (uno dei gruppi più clonati nei successivi 20 anni), in cui iniziano a sganciarsi parecchio dall'HC per buttarsi sul punk melodico.
A San Francisco nella scena che sta crescendo attorno al 924 Gilman Street non c'è molto HC, anche se la venue fu inaugurata da un concerto dei Christ On Parade. Ci sono i Neurosis, certo, e gli Econochrist , che nel 1988 debuttano con un sette pollici, nonché quella che di fatto fu la resident band del Gilman, gli Isocracy. Ci scherzarono sopra, nel titolo del loro unico 7' uscito nell'88 per Lookout Records Bedtime for Isocracy (poi di fatto sarebbero diventati l'act post hc Samiam che dopo un buon primo ep nei 90 fecero quel che fecero quasi tutti, ovvero firmarono con una major e finirono su MTV). Certo, dopo il canto del cigno Bad times for democracy i Dead Kennedys non esistono più da due anni, come già detto. Jello Biafra si sta preparando per le collaborazioni che lo vedranno protagonista alla fine del decennio, Lard, con i D.O.A., con i Nomeansno. Già, i gruppi canadesi non conoscono crisi. I Nomeansno escono con la loro prima vera pietra miliare, Small Parts Isolated and destroyed. Gli SNFU escono con Better Than A Stick In The Eye e si butteranno in un lungo tour tra USA e Europa per promuoverlo. Chi li ha visti dal vivo per la prima volta nel decennio successivo o oltre non ha la più pallida idea di cosa fosse la band dal vivo all'epoca, con Mr Chi Pig che sul palco passava più tempo in aria che con i piedi per terra o giù di lì.
A Washington DC la cosa ha sterzato sul post HC ormai da tre anni. Per gli Scream è il turno di No More Censorship , il primo album con Dave Grohl alla batteria (ma è tipo due anni che è nella band), e anche loro, che non hanno cambiato monicker, da un punto di vista sonoro stanno continuando a cambiare non poco. Ma il fatto eclatante, per DC, è l'uscita di un EP con 7 brani, senza titolo. Il gruppo si chiama Fugazi.
A New York tutti i gruppi della prima ondata NYHC sono ancora in piena attività, così come quelli della seconda ondata youth crew, Youth Of Today su tutti. Ma l'aria nuova arriva dai sobborghi di Queens. I Token Entry, che si confermano alla grande con il loro secondo stupendo album Jaybird, avevano tenuto a battesimo sul palco del CBGB un gruppo di ragazzini, i Gorilla Biscuits, che debuttano con un omonimo EP assolutamente spettacolare.
in UK la scena HC, che da qualche anno è quasi completamente crossover nei suoni, è in pieno fermento. Ripcord, Heresy, Concrete Sox, Sacrilege stanno per essere oscurati dal grindcore (Napalm Death, Electro Hippies) e dal crust. Nel 1988 esce su Peaceville War Crimes (Inhuman Beings) dei Doom, e per qualsiasi considerazione al riguardo rimando a quanto già scritto per il 1987. Ne aggiungo solo una: dopo decine di gruppi D-Beat apparsi in Europa nei primi 80, all'epoca NON sentivo il bisogno di un'altro gruppo che si rifaceva molto ai Discharge.
In breve, ai tempi, come per il thrash, pareva che le cose stessero cambiando ma non sembrava la vigilia della fine. Invece lo era. Ma tutto questo è chiaramente una riflessione a posteriori. Se penso alla situazione italiana, e all'underground legato all'hardcore, vero che molte realtà autogestite e molti gruppi ormai erano storia, ma per esempio a Pisa dalle ceneri del Victor Charlie nacque il Macchia Nera (che non era la stessa cosa, ma in un certo senso una sua logica conseguenza - e sotto il palco del Macchia fui una presenza fissa per tipo quattro anni). A Milano il Virus era stato sgomberato 4 anni prima, ma il Leoncavallo esisteva ancora (sgombero 1989). A Bologna era nata l'Isola nel Kantiere (un posto in cui mi sono sentito "a casa" dalla seconda volta che ci misi piede). Questo per parlare solo delle realtà più note e che funzionavano meglio. Vero, una gran quantità dei gruppi dell'hardcore italiano è sparita: ma ci sono ancora per esempio Kina, Upset Noise, Contropotere e Negazione. Per i Negazione il 1988 è l'anno di Little Dreamer (We Bite): per molti il disco di una loro "svolta metal", ma con più o meno metal nel suono, restavano i Negazione, che sono sempre stati un gruppo hardcore. Per molti (e per molte metal heads) Little Dreamer è stato il primo contatto con il gruppo e con l'hardcore italiano. A distanza di trent'anni in molti continuano ad avere nel cuore Il giorno del sole, ma mi preme ricordare l'opener dell'album, Ho Pianto. Per i Contropotere è l'anno del debutto su LP, e che debutto. Nessuna speranza, nessuna paura (Attack Punk Records) era anarchico, poetico, teatrale, magistralmente condotto dalla voce di Lucia, con un suono che rimandava un poco all'UKHC (Sacrilege), ma globalmente esprimeva una personalità spiccatissima e unica. A proposito di Attack Punk, fa uscire un vinile che diventerà un caso da subito, il primo passo di uno dei gruppi più geniali di quegli anni: sto parlando di Abbiamo pazientato 40 anni, ora basta dei Disciplinatha. L'HC non sembrava affatto morto, si stava evolvendo: Nomeansno, Victims Family, SNFU , il post-hc dei Fugazi (e della Rollins Band, col suo stile ineffabile). Erano ancora in giro D.I., Lethal Aggression, Attitude, Gorilla Biscuits, Murphy's Law, Ludichrist, Youth Of Today ,dai Descendents senza Milo erano nati gli All. Se i gruppi italiani in circolazione erano rimasti pochi (ma buoni), erano arrivati di rincalzo i migliori tedeschi, Spermbirds e soprattutto Jingo de Lunch, e i migliori inglesi - IMHO, questione di gusti - Stupids, Snuff. Per un ventenne "nel giro" l'HC e le sue conseguenze apparivano vivi e vitali, e tali sarebbero rimasti ancora almeno per un paio di anni. Per la precedente generazione della scena la situazione doveva offrire un panorama diverso. Se ho vinto, se ho perso dei Kina uscirà l'anno successivo, ma probabilmente Questi anni nell'88 era già stata scritta.
Per approfondimenti: https://feraradio.blogspot.com/
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