WHITE SKULL: Will Of The Strong
data
05/07/2017Dopo cinque anni da 'Under This Flag' che segnava il rientro in pianta stabile della storica singer Federica De Boni, i White Skull, raro esempio di coerenza stilistica in quasi trent'anni di lodevole servizio all'heavy metal tricolore, rientrano in grande stile con un lavoro che potremmo ricondurlo a una sorta di concept in cui viene messa in risalto la figura della donna eroina, tra storia e mitologia, facendoli ripiombare di fatto nel periodo a cavallo tra fine anni '90 e inizi del nuovo millennio, periodo in cui realizzarono autentici gioielli, uno su tutti 'Tales Of The North' in cui si avvalsero anche della collaborazione di Chris Bolthendal dei Grave Digger. Ovviamente, il power metal dalla accentuata propensione epica è sempre la componente basilare, dimostrato dall'iniziale "Holy Warrior", dalla successiva "Grace O' Malley" con quel piglio piratesco, per non parlare della title-track, maestosa galoppata che sintetizza alla perfezione tutte le virtù del combo vicentino, o della conclusiva "Warrior Spirit", irresistibile nel refrain con le asce di Tony e Danilo furiose come un'orda barbarica, ma la principale novità è l'ingresso in formazione di Alessandro Muscio il quale apporta una ventata di freschezza melodica nei brani con i suoi preziosissimi interventi di tastiera sia nei tappeti, sia nelle partiture orchestrali, sempre ben bilanciati e mai al di fuori di quella filosofia che ha sempre contrassegnato la vita artistica dei White Skull. Superba anche la performance della sezione ritmica, precisa e scardinante come nei tempi migliori, mentre Federica si dimostra più che mai vocalist versatile passando con non chalance da toni aggressivi ed enfatici a momenti in cui si esprime in maniera dolce come nella splendida semi-ballad "Sacrifice", con una spiccata personalità ed espressività confermandosi ancora una volta elemento imprescindibile. Veramente un'opera di alto profilo quella elaborata dai White Skull, capace di mettere d'accordo un po' tutti (lo zoccolo duro, ma anche coloro che si sono accostati alla loro musica in tempi recenti), grazie anche ad una produzione al passo coi tempi con chitarre ritmiche molto affilate e fraseggi dalla evidente caratura tecnica, oltre che di buon gusto e le tastiere determinanti nel fornire maggior varietà al sound rendendolo oltretutto meno spigoloso.
Frago
10/07/2017, 08:03
Kitchissimamente kitch. Come è giusto che sia. Grande musica, come al solito.