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Heavy Lord: The Holy Grail [reissue]

data

18/06/2009
80


Genere: Sludge doom
Etichetta: Solitude Prouctions
Distro: Solitude Prouctions
Anno: 2009

Cari navigatori di Hardsounds, eccomi pronto a darvi conto dell’ultimo regalo che l’Olanda, terra dei sogni e fucina inesauribile di musica forte e magmatica, ci ha riservato. Sto parlando della meraviglia che risponde al nome di Heavy Lord, il cui nome già mette tutto in chiaro. Un gruppo votato anima e corpo al sacro verbo del doom e che è pronto ad infestare le nostre serate con il loro sound feroce, titanico, gigantesco, tempestato di ritmi aggressivi e che se ne sbattono altamente dei compromessi. Sono assolutamente convinto che, sin dal primo ascolto delle 7 tracce che compongono questo piccolo gioiellino (6 brani originali ed una bonus track), i più esperti, ma anche i meno smaliziati, potranno fare un paragone con gli Electric Wizard e gli Sleep, ma qui siamo lontani anni luce dalla pura, semplice e scontata clonazione in quanto le doti artistiche dei nostri eroi sono assolutamente da osannare, tranne per qualche piccolissima e quasi impercettibile pecca nella struttura vocale, causata quasi sicuramente dalla produzione fortemente analogica. Sebbene questa sia una riedizione dell’originale demo auto prodotto del 2004, l’attitudine del gruppo ad infondere nei loro brani un’energia ultraterrena ed a sfornare una quantità innumerevole di riff altamente heavy è rimasta immutata. I nostri quattro cavalieri dell’apocalisse ci offrono un’ora di doom psichedelico ma al tempo stesso dannatamente ossessivo e pesante. Sin dall'opener "The Holy Grail", una vera e propria iniziazione ad un viaggio altamente allucinante, fino all’ultima traccia "F.T.S.S", l’incauto ascoltatore sarà letteralmente travolto dall’alchemica miscela di heavy doom stordente, dominato dal titanico lavoro delle mastodontiche asce del gruppo Jeff e Wes e dalla suadente melodia vocale del carismatico Steven, e psycho sludge doom da panico, scandito dalle inumane ritmiche e dai riff funerei generati dalla sezione ritmica maleficamente condotta dal basso di sua maestà Steve e dalla batteria di sua malvagità Walter. Citazione a parte merita la splendida bonus track "Get Down There You Bitch", anch’essa risalente al 2004 ma mai inserita in nessun album fino ad ora; un vero e proprio omaggio che i nostri paladini hanno voluto riservare al proprio pubblico. Per concludere posso solo dire che questo è un demo da conservare con cura e da consigliare, magari, sia a coloro che sono nostalgici delle vecchie sonorità doom psichedeliche ma anche a coloro che, non avendo mai avuto l’onore di gustare i piaceri reconditi di questo genere, abbiamo la curiosità di scoprirlo.

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