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TRAMP, MIKE: MORE TO LIFE THAN THIS

data

26/10/2003
82


Genere: Rock
Etichetta: Point Music
Anno: 2003

Mike Tramp non ha certo bisogno di presentazioni. Credo che la musica dei White Lion, seppur ben inquadrata all’interno di un preciso genere, sia stata sempre apprezzata da un numero alto non quantificabile di ascoltatori, loro stessi fruitori di musica dei più disparati generi. Mike ha continuato ad avere un buon seguito anche con i suoi Freak Of Nature, ma da quando ha intrapreso la carriera solista la cerchia di fan si è ristretta. E non potrebbe che essere tale visto che i lavori firmati a suo nome, oltre ad essere abbastanza biografici, suonano anche molto(di conseguenza) intimi e prettamente orientati verso il rock d’autore. Nel caso di questa nuova prova il discorso diventa ancora più diretto e personale, tirato su dalle radici della periferia americana dove la vita scorre lentamente, dove anche un piccolo gesto assume connotati importanti, essenziali, che descrivono, con l’ausilio del silenzio, la bellezza e la disperazione dei luoghi di frontiera e delle piccole località di provincia. E mai copertina di cd è stata così evocativa: un cowboy(lo stesso Tramp) che guarda nel vuoto (il futuro?) con alle spalle una fabbrica in piena landa desertica. La sua nuova musica rispecchia tutto questo, una musica scarna, senza tanti arrangiamenti (da notare, comunque, la partecipazioni di nomi noti, vedi line-up), che mira a costruire esclusivamente sensazioni ed emozioni, a rievocare storie (personali) ed a raccontarle a chi è disposto ad ascoltare. Un rock viscerale e sincero a cui non manca energia (sono le chitarre a dettare legge), venato di malinconia e ricoperto di sabbia rossa (no, non è comunista), le cui note vengono fuori da una esibizione in quei locali dall’ambiente raccolto, che ostenta indifferenza ma accogliente, di cittadine sperdute nell’entroterra dove il palco è rialzato da terra da pochi centimetri, con pareti crepate, umide, dove la gente seduta ai tavolini beve wiskey ed annebbia la sala col fumo distratto delle sigarette che pascola a mezz’aria mescolandosi alla polvere, dove ancora uno sguardo caratterizza complicità ed un sorriso riempie ancora l’anima, dove ragazze attempate servono da bere a qualche viaggiatore occasionale che racconta le proprie avventure…- Ehm, a me un drink, grazie. Si, gin con ghiaccio…- dove l’odore acre dei listoni di legno del pavimento va in circolo e si confonde con quello asciutto dell’alcool, e dove tutti ascoltano pensando ad altro, a quello che la musica rievoca, al proprio passato, all’occasione perduta, al biglietto senza ritorno dato alla persona sbagliata...dove il buon Mike è l’autore di questa colonna sonora e motore alimentato da una sensibilità inaspettata: mette a nudo i suoi sentimenti, i suoi rimpianti, i suoi dolori, e che rende nostri, quelli di tutti.
Fuori, nel mentre, il mondo va avanti.

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