TRAGIK: POETIC JUSTICE
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18/06/2007Per il sottoscritto è una grande soddisfazione assistere alla pubblicazione di questo "Poetic Justice", un cd che finalmente tributa al songwriter americano Phil Vincent il giusto riconoscimento per le proprie marcate doti di songwriter, qualità di cui ho avuto la possibilità di discutere in più occasioni all'interno delle sue releases soliste già recensite dal sottoscritto. Sotto il monicker Tragik si cela il trio formato da Phil Vincent stesso, Damian D’Ercole e Dirk Phillips, tre artisti (coadiuvati tra l'altro da due guests d'eccezione quali David Zychek [Airborne, Night Ranger] e Billy Roux[What Matters]) che hanno riunito le proprie forze per dar vita ad un album il cui stile si avvicina in modo evidente a quello intravisto nella già citata parentesi solista del singer statunitense, anche qui alle prese con una proposta improntata su un hard-rock melodico di classica estrazione, che affonda le sue radici nello storico background musicale a stelle e strisce. Aperto dalla rockeggiante "Show The World", traccia in cui l'approccio vocale di Phil ricalca non poco quello del mitico Sammy Hagar, il cd entra nel vivo grazie alla malinconica power ballad "Never Stand Alone" e alla diretta "Test Of Faith", una interessante composizione in cui intelligenti arrangiamenti di tastiere fanno da sottofondo ad un chorus diretto e capace di colpire già ad un primo impatto. Il resto del lavoro si sviluppa in un contesto ovviamente congeniale per gli amanti del sound nel più classico stile Phil vincent, il tutto senza risentire di eccessivi cali qualitativi o momenti di stanca compositiva, ma anzi raggiungendo elevati picchi emozionali come all'interno delle dolci ballads "One Of Us" e "Jessica". "Poetic Justice" è quindi un lavoro che evidenzia ancora una volta le capacità di un maturo songwriter come Phil Vincent, un artista in grado di rilasciare materiale di qualità album dopo album, e soprattutto un uomo pronto a dimostrare una grande coerenza artistica in ognuna delle proprie uscite, qualità difficile da riscontrare nella miriade di nomi più o meno validi dei giorni nostri. Una certezza, proprio come vorremmo che fossero tutti i nostri musicisti preferiti.
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