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TOC: LOSS ANGELES

data

25/05/2004
70


Genere: Prog
Etichetta: Inside Out
Anno: 2004

Racchiudere quest'album all'interno di tabelle prestabilite per indicarne ad esempio il genere musicale sarebbe senza ombra di dubbio un operazione da pazzi scatenati in preda ad un forte raptus di follia ed infatti il termine "Prog" che trovate in alto a destra in questa pagina è da prendere assolutamente con le pinze. "Loss Angeles" è cd talmente vario che risulta estremamente difficile descrivere un contenuto artistico figlio di tanti padri e ricco di esperienze ed idee estremamente eterogenee tra loro. I TOC volgiono prendere le distanze dal loro esordio black-death dalle svariate aperture tastieristiche (infatti venivano spesso accostati ai Children Of Bodom) e dopo il successivo interessante album di ormai due anni fa', cambiano nome (in realtà TOC è soltanto l'abbreviazione del vecchio Throne Of Chaos) ed ecco questo lavoro che spiazza tutti grazie alle innumerevoli influenze presenti e quel mix di generi che ne fanno un prodotto davvero curioso e speciale (anche perchè è divinamente suonato ed ottimamente arrangiato). Comincio col dirvi che le due canzoni peggiori sono, a mio avviso, le cover che chiudono il cd: una "Smoke On The Water" davvero isterica e stralunata che sinceramente ci azzecca ben poco in questo contesto e la successiva "Night Crawler", riprodotta più fedelmente, comunque anonima. Le nove tracce precedenti non danno punti di riferimento e proprio per questo ogni pezzo è da ascoltare, da capire, da interpretare. Elementi di classico hard-rock melodico riescono ad affascinare l'ascoltatore nell'incantevole ballata "Mary Lou is Dead" e nella più diretta "Wait" tramite la quale il cd raggiunge, a mio avviso, la sua giusta dimensione inglobando la tipica malinconia del gothic-rock (già presente nell'opener "The Window" e in "Bite The Bullet" ancora più marcata e pesante) ed abbandonando i momenti prog che animano la veloce "Acid Highway" e la più teatrale "Gothamgurg", senza tralasciare "Blue Lady" che ricorda più di altre alcune melodie tipiche dei "Pain Of Salvation". Come se non bastasse la band trova spazio anche ad un capitolo thrash/death ("Break-A-Neck") che rende il disco ancora più indecifrabile. Forse troppo vario per poter essere apprezzato nella sua interezza ma cmq indiscutibilmente valido e persino maturo.

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