THEATRE OF TRAGEDY: Remixed
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26/08/2019Quasi dieci anni dopo la fine della loro attivita tornano i Theatre Of Tragedy. Diversamente dal commiato di tante altre band, prodighe di reunion, ripensamenti ed eccezioni varie, questi norvegesi sono (purtroppo) stati di parola e non si sono registrate attività di sorta. L'unica eccezione: qualche data in cui Raymond Rohonyi ha accompagnato la ex cantante Liv Kristine Espenaes (impegnata da tre tre lustri in una carriera solista), in poche date scelte in cui sono stati proposti alcuni pezzi della band di comune origine. L'uscita di una raccolta di "remixes" ad opera dei Theatre of Tragedy non stupisce, stante il flirt che per un paio di album hanno avuto con la scena elettronica. Alcune tracce erano per altro già note, "Lorelei" dei connazionali Icon of Coil su tutte forse, in quanto presente sull' EP 'Inperspective', uscito quasi vent'anni fa. L'album è in ordine rigorosamente cronologico relativamente alla carriera dei norvegesi e l´incipit (cioè le due tracce della fase doom/death della band), è affidato ai Das Ich, che riescono nell´intento di stravolgere necessariamente brani cosi diversi dalla propria produzione rendendoli comunque appetibili. Segue la già menzionata "Lorelei" che si fa piacere, cosi come gli esecutori Icon of Coil, per le melodie e la facile presa. A questo punto, nella fase centrale della raccolta, abbiamo i brani appartenenti alla fase elettronica dei Theatre Of Tragedy, quelli in teoria di piu facile resa in questo contesto. Questi sono realizzati con alterna fortuna: "Reverie" ed "Envision" appaiono troppo molli e non aggiungono nulla agli originali, "Machine" funziona come la maggior parte della produzione dei VNV Nation, cosi come "Let You Down": è fra le cose piu ruffiane dei Theatre of Tragedy, ma qui è una vivace variazione sul tema. La parte finale di questo lavoro è riservata agli ultimi due album della band, in cui fece in parte ritorno al proprio sound originale. Apprezzabili in particolare "Motion" dei Funker Vogt (anche se da cotale band ci si sarebbe aspettati un po di verve in piu), la classe (come sempre) dei Pride and Fall con cui rendono un pezzo delicato come "Fade" e il tono marziale scelto dai Siva Six per la malinconica "Forever Is The World" . Nel complesso un lavoro interessante, sia come unico segno di vita (o sussulto post mortem?) dei Theatre Of Tragedy, sia in senso assoluto. La maggior parte dei brani ha una propria gradevolezza e un certo interesse. Il problema è qual sia il target di questo lavoro. Parrebbe destinato solo agli appassionati della band, essendo questa troppo misconosciuta in ambito elettronico e l´album troppo distante dalle sonorità metal per essere appetibile a band affini per storia e provenienza artistica. Ma forse non importa, per chi volesse far propria questa raccolta.
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