THEATRE OF TRAGEDY: STORM
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05/04/2006Dopo l’abbandono/cacciata di Liv Kristine dai Theatre Of Tragedy, moltissimi (me compreso) ritenevano la band norvegese ormai spacciata, impossibilitata a recuperare sia l’anacronistica vena più gothic dei primi tempi che gli entusiasmanti rigurgiti moderni di “Musique” e “Assembly”. E’ bene dire che a giudizio di chi scrive i capitoli più avvincenti targati ToT sono proprio questi ultimi due, lontani dai platter sì archetipali ma troppo so(a)poriferi del debutto. Chi ebbe modo di vedere i ‘nuovi’ Theatre Of Tragedy dal vivo con la singer acquisita Nell aveva parlato di una buona sostituta ma lontana anni luce dal carisma interpretativo di Liv Kristine, e “Storm” è il giusto test field per comprovare questa affermazione. Con questo nuovo album la band si pone esattamente a metà strada tra il gothic metal più tradizionale e il modernismo elettronico delle ultime fatiche, senza mai sfociare nel puro electro-dance pop che tanti culi aveva smosso all’epoca; se da una parte troviamo la robotica e meccanica performance di Raymond, dall’altra l’affascinante Nell riesce a colmare in modo più che soddisfacente il vuoto lasciato da Liv sfoggiando un’estensione notevole ed un feeling non indifferente senza risultare una mera fotocopia di chi l’ha preceduta. I difetti principali di “Storm” sono sostanzialmente due; in primis la performance del già citato lungocrinito singer, troppo spinta verso l’inespressività asettica e che cozza in maniera addirittura fastidiosa con il cantato caldo ed espressivo di Nell, in secondo luogo un songwriting a volte un po’ incerto, ne carne ne pesce, che non colpisce a sufficienza nonostante brani come la title-track, “Silence”, “Voices” o “Disintegration” non tarderanno a divenire presto dei classici nel microcosmo dei ToT. Una singer all’altezza è stata trovata; adesso basta recuperare il songwriting.
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