THEATRE OF TRAGEDY: Musique (20th Anniversary Edition)
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24/12/2020I norvegesi Theatre Of Tragedy sono stati tra le band più importanti, soprattutto nella seconda metà degli anni ’90, a trattare il gothic-dark metal includendo una formula che si è poi consolidata negli anni successivi da varie band, che è quella che può essere denominata ‘Beauty and the Beast’, ossia il binomio voce femminile eterea con voce maschile più grintosa e perentoria, che colora le sonorità oscure e misteriose di quel preciso tipo di metal. Autori di tre album cardine del gothic metal scandinavo di quel lustro (il debutto omonimo, ‘Velvet Darkness They Fear’ e ‘Aégis’), nel 2000 la band di Raymond Istvan Rohonyi e (allora) Liv Kristine cambia radicalmente registro. In quegli anni le sonorità industrial da una parte, e la musica di stampo elettronico dall’altra avevano preso piede in maniera evidente, uniti da un approccio dedito all’attenzione radiofonica, per non dire commerciale. E allora, la band di Stavanger decide di cavalcare quell’onda, cercando però di non snaturare del tutto le proprie radici. Il risultato sta tutto nel semplice, quanto omnicomprensivo titolo dell’album: ‘Musique’. Omnicomprensivo perché racchiude tutte queste influenze derivanti dal mondo elettronico, mantenendo la loro componente gotica che non viene raffigurata nel metal che hanno fin lì prodotto, ma è un gothic (oserei dire) multicolor e più adatto alla luce del giorno. L’impatto che diede la traccia di apertura, “Machine”, è sin troppo evidente della direzione che prese la band, e che continuò con l’album successivo ‘Assembly’, di minore qualità complessiva e che fu l’ultimo album con Liv Kristine alla voce, prima di abbandonare la band dando poi vita con il suo ex compagno Alexander Krull degli Atrocity ai Leaves’ Eyes. Rohonyi abbandona il suo growl quasi catacombale, per fare posto ad una voce più robotizzata e artificializzata, che mantiene comunque una piena riconoscibilità. Liv Kristine invece mantiene ancora tutto il suo fascino algido ed angelico, senza scomporsi assolutamente. Il sound ebbe una metamorfosi vicina al campionamento e molto incline all’electro-music, grazie al lavoro svolto alle tastiere da Lorentz Aspen, ma che in generale racchiude ancora una vena dark e malinconica di fondo, che i Theatre Of Treagedy non hanno mai lasciato. Quell’album segnò anche una visibilità televisiva, dato che della succitata “Machine” e di “Image” vennero girati dei videoclip, fatti girare poi nelle emittenti di settore (si possono ricordare, ad esempio, la compianta Videomusic italiana, e la tedesca Viva Channel). A distanza di vent’anni, la AFM Records decide di ripubblicare l’album, a conferma della stima e dell’importanza che ha sviluppato negli anni questo disco, anche a livello di critica e di apprezzamento. La versione celebrativa, oltre a ripubblicare in versione rimasterizzata l’album originale con l’aggiunta della versione francese di “Image”, con Liv Kristine che si cimenta in un’apprezzabile performance con la lingua francese, include un secondo disco con le versioni alternative dei brani di ‘Musique’, i quali, grazie al lavoro in re-mastering di Jacob Hansen (già all’opera, tra i vari, con Pyramaze, Amaranthe e Volbeat), danno una luce diversa al lavoro, non diminuendo di qualità. Tra gli spunti più interessanti contenuti nella versione alternativa, ci sono il bel passaggio intercorrente tra “City Of Light” e “Reverie”, con quel gioco di interferenze radio che è tra i pensieri cardine dell’intero album; il brano intitolato “Quirk”, che non è altro che una versione alternativa di “Image”; infine, “The New Man”, non inserito nella versione originaria, il quale ha un andamento simil-garage e con un ritmo molto propositivo e ficcante. In generale, la ripubblicazione di ‘Machine’ non aggiunge, né toglie qualità al lavoro in sé, ma è una buona occasione per riscoprire un lavoro dalle audaci ambizioni e dall’ottimo piglio musicale, capace di abbracciare anche schiere di ascoltatori molto distanti dal metal tradizionale. A maggior ragione oggi, con la possibilità sconfinata di fruire musica grazie ad internet e con la propensione generale degli ascoltatori ad osservare la musica in maniera trasversale, ‘Musique’ potrebbe risultare un album fatto apposta per coloro che godono di ampie vedute ed intenti ad esplorare sempre, oltreché rispolverare una band a suo modo iconica nell’immaginario dark.
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