THE VINTAGE CARAVAN: Voyage
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29/01/2014Fa sensazione il livello di maturità conseguito da questi ragazzi islandesi non ancora ventenni in circolazione fin dal 2006 con all'attivo due lavori in studio, il secondo pubblicato due anni fa e ristampato in questi giorni con artwork e scaletta divesi dalla versione primigenia, ed ancora più eclatante è il fatto che riescano ad assemblare, imprimendo il proprio tocco personale, nove composizioni dal gusto squisitamente retrò, dove le influenze di gruppi seminali come i Cream (per il cuore che gronda blues), Black Sabbath (per la presenza di riffs corposi) unitamente all'anima rock dei Led Zeppelin e Deep Purple vengono elaborate nella giusta modalità, a piena dimostrazione delle rimarchevoli qualità tecniche e compositive e una consapevolezza dei propri mezzi che hanno raggiunto precocemente. Idee quindi chiare da parte del brillante singer Oskar Logi Ágústsson assieme agli altri della combriccola, e i brani che ne scaturiscono risentono positivamente di queste prerogative anche se magari non danno l'idea di presentarsi in maniera del tutto originale (aspetto tutto sommato trascurabile): fondamentale è beneficiare del flusso continuo delle sensazioni che emergono dall'ascolto, a volte in un clima di rilassatezza come nella spensierata "Do You Remember", o in "Winterland" dalle atmosfere in questo caso liquide e sognanti, esaltate dal dilatato e sontuoso break strumentale. Il power trio dimostra di possedere anche una bella dose di grinta nella vivace "Midnight Meditation" che si ispira parecchio al guitar-work di Iommi prima del commiato con l'emozionante viaggio cosmico a titolo "The King’s Voyage", tra riferimenti sabbathiani, echi, riverberi e trip psichedelici di pinkfloydiana reminiscenza. Non rimane altro che fare i doverosi complimenti ai ragazzi che hanno bruciato le tappe in tempi rapidi (con l'auspicio che mantengano i piedi saldi a terra), e alla Nuclear Blast per aver inserito nel proprio catalogo una band giovane, determinata e convincente.
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