THE SILENCE: LORD OF MERCY
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20/01/2009Dopo una fruttuosa gavetta nell'underground duro e puro, i milanesi The Silence decidono di mettersi sotto e prodursi da soli il loro debut album, 'Lord Of Mercy'. E già a questo punto va detto che, per essere un'autoproduzione, "dà la pacca" a parecchi prodotti per cui una label abbia sganciato fior di quattrini: suoni puliti, un mixaggio eccellente, un artwork convincente... questo tutto pare tranne che un disco autoprodotto. Veniamo poi ai pezzi, che diciamolo pure, sono la parte importante (si potrebbe risparmiare un sacco di soldi spesi per abbellire le confezioni di prodotti scadenti). Di questi va detto che se andiamo cercando l'originalità suprema, la rivoluzione musicale dell'Heavy Metal, dobbiamo cercarla altrove; eppure le undici tracce di questo disco, pur rifacendosi alla maggior parte degli stilemi di Heavy e Power, risultano fresche e convincenti, allontanando lo spauracchio dell'ennesima band-scopiazzante ma presentando invece il quadro di un gruppo che, conoscendo approfonditamente il background musicale cui si vuol riferire, lo reinterpreta con passione, creatività e personalità. L'aspetto "strano" del disco è rappresentato dalla batteria, dal suono un po' gommoso, quasi da drum machine: una scelta molto ottantiana che crea un effetto patinato e nostalgico, ricercato condimento ad un piatto dalle sonorità decisamente tardo novantiane. Per quanto riguarda i pezzi, impossibile non segnalare l'ottima 'Witch', cui le alternanze tra parti vivaci e lente donano un fascino tutto da live act; ma non solo: la title-track 'Lord Of Mercy', la ballad 'Keep The Flame Alive', la conclusiva 'Words Full Of Silence' sono tutte gemme incastonate in un gioiello di pregevolissima fattura, episodi particolarmente memorabili di un album che, nel complesso, non presenta cali di stile nè compositivi nè esecutivi. Completano il tutto testi convincenti, elaborati ma non troppo, di facile memorizzazione (anche questo è un aspetto da non sottovalutare): nel complesso siamo davanti ad un disco che merita molto più della promozione lenta e faticosa che la band sta portando avanti praticamente in autonomia. Acquisto raccomandato, quindi: certo più per gli amanti delle sonorità emotive ma non esplosive, ma comunque appassionante e dirompente al punto giusto.
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