THE GATHERING: NIGHTTIME BIRDS
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11/02/2006Difficile replicare il successo e la fama ottenuti con Manylion, ma i Gathering ci hanno provato due anni dopo nel 1997 con questo Nighttime Birds. La band inizia già da questa uscita ad allontanarsi dal genere gothic: pur rimanendo come base di fondo questo album più che gothic forse andrebbe definito heavy melodico. Le nove tracce spaziano in splendide melodie e sono, come al solito, cavalcate alla grande dalla voce di Anneke che regala emozioni a profusione. Tutti i pezzi sono di pregevole fattura e dimostrano un'accurata composione sia a livello di arrangiamenti che di testi (questi sempre curati in toto da Anneke). Si passa da brani di pura potenza ('On Most Surfaces' su tutti, ma anche 'New Moon, Different Day'), ad altri di pura melodia (Shrink, dove il piano è lo strumento principale, e Kevin's Telescope) attraversando tracce che coniugano entrambe le cose in maniera sopraffina ('Confusion', 'The May Song' e 'Nighttime Birds') ed altre ancora dove la velocità è la caratteristica predominante ('Third Chance'). Difficile dire quale siano le canzoni più belle del disco: credo che ad ogni ascolto possa dare sensazioni nuove e far apprezzare di più ogni volta un brano diverso. Nighttime Birds è stato la conferma che Mandylion non era un semplice exploit ma che i The Gathering sono una band dotata di grandi capacita tecniche (sia compositive che puramente legate all'utilizzo degli strumenti stessi) e di una grande vocalist capace di scrivere testi intensi. La domanda definitiva che può sorgere e se questo disco è migliore o no del precedente. Non so se ho la risposta... Posso dire che sono entrambi validissimi e che se piace uno, piacerà sicuramente anche l'altro. Io sono più legato a Nighttime Birds, ma forse è solo per il fatto che quando "scoprii" la band il primo album che presi fu proprio questo. Credo che il primo contatto con la musica dei The Gathering sia quello che rimane più impresso e quindi chi si è avvicinato con Mandylion, probabilmente preferirà quest'ultimo. Forse la risposta giusta è: perché cercare il migliore per forza quando siamo di fronte a due capolavori?
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