JANI LIIMATAINEN: My Father's Son
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17/05/2022Famoso soprattutto per il suo fondamentale ruolo nei primi bellissimi album dei Sonata Arctica (formazione che solo gli ascoltatori molto distratti o in malafede classificarono come "band clone" degli Stratovarius), il chitarrista Jani Liimatainen ha poi abbandonato i finlandesi per imbarcarsi in vari progetti quali Cain's Offering (con Timo Kotipelto al microfono) e The Dark Element (con l'ex Nightwish Anette Olzon) per poi approdare nella line up dei validi Insomnium. Forte di queste esperienze, Frontiers Records regala al valido songwriter l'occasione di "esordire" come solista, raccogliendo una solida line up (che vede anche la partecipazione in un brano del buon Jens Johansson, tra gli altri) e una pletora di validissimi ospiti dietro al microfono che impreziosiscono il disco e ne aumentano indubbiamente la "varietà". Il poker iniziale, infatti, fa subito capire che non sarà solo speed power metal quello con il quale il buon Jani solleticherà i nostri padiglioni auricolari: "Breathing Divinity" è un energico rock number dalle atmosfere melodiche impreziosito dalle vocals del grande Bjorn "Speed" Strid (Soilwork, The Night Flight Orchestra), "All Dreams Are Born To Die" con Tony Kakko farà scendere una lacrimuccia a chi ha lasciato un pezzo di cuore sui primi due dischi dei Sonata Arctica, l'hard rock di "What Do You Want" è impreziosito dalla voce del fenomenale Renan Zonta (Electric Mob) e "Who Are We" è una ballad evocativa nel tipico "finnish mood" con un ottimo Timo Kotipelto. Insomma, ce n'è per tutti i gusti! L'album prosegue omogeneo in qualità, con sugli scudi ancora la semi-ballad "The Music Box", tra eccezionali arrangiamenti e l'immenso Zonta a fare faville vocali, "Into The Fray", che ancora una volta ricorda i migliori Cain's Offering con un inappuntabile Kotipelto e la title track e suite finale con Antti Railio. Un po meno vincenti la country-oriented "I Could Stop Now" con la Olzon, sinceramente un po fuori luogo per quanto mi riguarda, e "Side By Side" con Pekka Heino, tutt'altro che imperdibile, ma queste due piccola battute d'arresto non oscurano minimamente un lavoro che resta valido nel suo complesso. Complimenti Jani!
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