SWEET OBLIVION FEAT. GEOFF TATE: Relentless
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14/04/2021Questo progetto di casa Frontiers vedeva il bravo chitarrista/produttore Simone Mularoni (di casa DGM) "cucire" pezzi attorno alla voce del grande Geoff Tate, col desiderio di "riportarlo" alle sonorità di casa Queensryche, in un contesto familiarmente metallico ma assolutamente non anacronistico. Il successo di pubblico e critica del debutto non poteva quindi esimere il team dal presentarsi con un secondo capitolo, questa volta forgiato (sia come songwriting che come produzione) dalle sapienti mani di Aldo Lonobile (Secret Sphere, Timo Tolkki's Avalon, Archon Angel). È inevitabile che il giudizio su un album del genere dipenda anche dalle aspettative createsi nei suoi confronti: vi aspettate un disco spettacolare, che rinverdisca i fasti di un tempo, facendo godere sia vecchi nostalgici che nuove leve? Scordatevelo, soprattutto perché il buon Geoff, che come al solito dipinge la sua tela con classe e navigato mestiere, non è minimamente ai livelli di potenza ed estensione di un tempo (e grazie al cavolo, direte voi, il tempo passa per tutti). Vi aspettate invece un disco, dove, se ci si accontenta, si può ancora gioire a sprazzi, sentendo un vecchio leone della scena interpretare buoni pezzi alla sua portata? In questo secondo caso, allora, potreste uscire moderatamente soddisfatti dall'esperienza di ascolto, dal momento che tracce come "Another Change", "Strong Pressure", "Let It Be" o "I'll Be The One", citando le più meritevoli, sono piacevoli e le melodie vocali di Tate (purtroppo, a malincuore, il "punto debole" del disco su molte tracce) sono riuscite e funzionano in un contesto sonoro, com'è ovvio che sia, perfettamente eseguito. Un pò più stanche e incolori l'opener "Once Again One Sin", "Wake Up Call" (che noia!) o "Remember Me", a tratti piacevoli ma che scivolano in modo anonimo senza lasciar gran traccia del loro passaggio (e stendiamo un velo pietoso su "Aria", cantata da Geoff in un ridicolo italiano che rende il pezzo innervosente e parodistico). Come accennato sopra, il disco è dignitoso, ma non sarei onesto nel dire che è ben lontano dalle migliori prove del leggendario singer. Certo, pensando ai suoi progetti degli ultimi 10 anni può risultare ben più valido, ma fra qualche mese, duole dirlo, sarà difficile ricordarlo come prova significativa di questo 2021. Only for fan.
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