VINTAGE FLESH: THE EYES THAT GLARED AT MY AGONIES
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06/01/2010Lancinanti e disturbanti: così sono i Vintage Flesh. I cliché del cosiddetto genere depressive, trovano perfetta collocazione in un disco che però nel suo insieme non ha un suo picco, un brano o un momento in cui si distingue per qualche idea o spunto interessante. Già dopo i primi dieci minuti, ho capito con cos’avrei avuto a che fare, se avessi continuato con gli ascolti, e concluso tutto: la mia tesi si è rivelata giusta. Già immaginavo, sin dall’opener, che 'The Eyes that Glared at my Agonies', avrebbe rappresentato, più che altro, un manifesto di mera agonia sì, ma nella sua accezione più negativa, per quanto riguarda l’ascolto. Per capire cosa intendo dire, ascoltate la traccia "1635", che per quanto presenti qualche riff sparso discreto, viene spazzato via dalla truculente e mal gestite voci del leader Raypissed (bah…). Più che lamenti di agonia, sono stridenti note, urla gettate a caso, e ciò non rende un disco né estremo, né "black depressive" che dir si voglia. Le parti recitate appoggiate da lugubri arpeggi non arricchiscono il disco, anche perché poco dopo, come in "Waiting For A Body", vengono letteralmente rovinate da una scarica di distorsioni assolutamente fuori luogo. Sinceramente ho già speso troppo tempo, e dilungarmi per lavori del genere è un’offesa anche a tanti che si fanno il culo per comporre musica Estrema. Lancinanti e disturbanti si, ma arrivare alla fine è un'impresa.
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