SPHERIC UNIVERSE EXPERIENCE: MENTAL TORMENTS
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17/04/2006Gli Spheric Universe Experience sono una giovane band francese, che si propone al mercato internazionale con una first release sicuramente discreta. Si tratta di un gruppo Power Prog, quindi sappiamo già a cosa andiamo incontro: ottima tecnica, e molti tecnicismi. Assoli che spuntano ogni due note in croce, tastiere onnipresenti, chitarre decisamente più inquadrate sul "soft" che sulle sonorità di forte impatto. Prima release, si diceva, a parte il demo del 2003 "The Burning Box", la cui scoperta mi ha lasciato in effetti un poco interdetto: una traccia segna la differenza tra i due lavori, e sinceramente trovo questa distinzione un poco deboluccia. Preferisco di gran lunga demo introvabili che portano con sè nel limbo i primi pezzi composti da un gruppo, piuttosto che scoprire che avere il demo o il primo album di una band è prraticamente la stessa cosa. Certamente il disco "ufficiale" avrà qualche rimaneggiamento, e (si spera) una produzione più degna, ma preferisco disporre di criteri discriminanti un po' più immediati. A parte questa considerazione, di questo quintetto francese (e della loro musica in particolare, visto che è questo che ci interessa) possiamo senz'altro affermare che le capacità ci sono, tanto da un punto di vista tecnico (pur non essendo presenti, come si diceva, i tecnicismi esasperati di band alla Dream Theater), quanto da uno di tipo compositivo e di gusto musicale. I brani risultano accattivanti, le sonorità piuttosto ovattate e sognanti; i limiti si incontrano nella produzione non accuratissima, che lascia un poco spiazzati sulla scelta di valorizzare poco o per nulla il basso in favore dell'onnipresenza delle chitarre (anche quando queste potrebbero benissimo rimanersene un momento in secondo piano), o di non lasciare alla batteria la potenza sufficiente a far apprezzare alcuni passaggi decisamente interessanti. La voce, buona ma nè eccezionale nè particolare, si inserisce nel gruppo dei cantanti "anonimi", quelli godibili ma privi di caratteristiche che li lascino scolpiti nella memoria; stesso discorso si può fare per le tastiere: siamo lì, nella media dei "bravi ma non troppo". In conclusione, "Mental Torments" è un disco gradevole e fresco, ma sicuramente non un lavoro da storia della musica.
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