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SYMPHONY X: Iconoclast

data

12/07/2011
85


Genere: Prog Thrash Metal
Etichetta: Nuclear Blast
Distro: Warner Music
Anno: 2011

Continua imperterrito il processo di cambiamento degli americani Symphony X, che hanno ormai abbandonato il sentiero del power prog, sostituito da una buona dose di thrash fatto di riff pesanti, ritmiche varie e mai monotone, ed una voce che spesso rimane su registri aggressivi, stupendo chi sicuramente è rimasto al Russell Allen di 'The Divine Wings Of Tragedy'. Questo 'Iconoclast' è la naturale evoluzione di un processo di cambiamento fatto per eliminare la componente neoclassica ed il power che hanno reso famosi i S-X nel corso degli anni. La formazione attuale è una vera e propria macchina da guerra: il leader indiscusso, Michael Romeo, è come sempre una spanna sopra tutti dimostrando un'ottima fantasia nella costruzione dei riff e negli assoli, mentre la sezione ritmica macina stacchi e lunghe "pedalate" senza mai perdere un colpo. Le tastiere di Pinnella sono messe in secondo piano: non hanno più quella pomposità degli esordi, ma si limitano a riempire dove serve, riuscendo a costruire assoli di miglior fattura rispetto al passato. Ovviamente, la voce di Russell Allen non ha più l'estensione di un tempo, ma come il buon vino è maturato nel corso degli anni riuscendo ad essere sempre più versatile in ogni cambiamento stilistico dei brani. L'opener "The End Of Innocence" rimane al limite tra il vecchio ed il nuovo corso riuscendo ad accontentare tutti senza esaltarci: le melodie sono scontate ed il ritornello, anche se ben arrangiato, non esalta meritandosi una sufficienza stentata. Di tutt'altra pasta la successiva "Dehumanized" che mostra finalmente il vero volto dei nuovi Symphony X con riff possenti e cadenzati, linee melodiche estremamente varie e ritornello incisivo e ben realizzato sia in fase di arrangiamento, sia come resa sonora. A dire il vero c'è anche un'intrusa: "Bastard Of The Machine" non c'entra assolutamente nulla in quest'album, non capisco il senso di questo brano in pieno stile power prog, perfetto se inserito in qualche album precedente della band, ma in questo lavoro risulta assolutamente fuori luogo. Ad ogni modo la voce di Allen si fa ugualmente apprezzare, ed il paragone col grande R.J. Dio non è assolutamente azzardato. "Electric Messiah" è un pezzo straordinario, le ritmiche thrash sono arrangiate in maniera divina, la strofa ha una incisività incredibile ed il ritornello riesce ad essere melodico senza essere banale. Straordinari i soli di chitarra e tastiera, infarciti di tecnica e melodia, il tutto particolamente ispirato. Conclude la bellissima "When All Is Lost", un brano che in nove minuti riesce ad esprimere melodia, tecnica compositiva e solistica, il tutto miscelato da una prestazione esecutiva sublime. Da apoteosi la parte strumentale centrale in pieno stile progressive che farà emozionare chi ha sempre amato questo gruppo. Un lavoro eccelso, peccato per un paio di brani che lo tengono ben lontano dal capolavoro, ma tutto ciò non toglie nulla alla qualità complessiva dell'album e di questa band, sicuramente tra le migliori in circolazione da anni a questa parte.

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