SYLVAN: X-RAYED
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28/04/2004Quarta fatica in studio per i tedeschi Sylvan, band dedita ad un prog rock che strizza parecchio l'occhio alle nuove sonorità. Quello che mi trovo a recensire non è infatti il solito cd di prog rock in stile settantiano, cosa che ultimamente capita di frequente, ma invece ho la fortuna di ascoltare il lavoro di una band che ama osare ed uscire dai canoni classici del genere. Canzoni ipermelodiche, tecnicamente ineccepibili e curate in ogni piccolo dettaglio, ci deliziano per tutta la durata del cd: le chitarre sono grintose al punto giusto ma mai troppo aggressive, le tastiere occupano un ruolo importante in molte canzoni (vedi "Lost" per esempio) senza però mai prevaricare gli altri strumenti. I punti più sorprendenti sono: il songwriting (sempre di alto livello), la voce del singer Marco Gluhmann che riesce ad interpretare in modo perfetto tutte le linee vocali e l'uso massiccio, ma sempre con classe e grande intelligenza, di effetti che possono richiamare la scuola dell'alternative rock. Il duo formato dai gemelli Kay e Volker Sohl (rispettivamente chitarra e tastiere) risulta essere la colonna portante dell'intero combo teutonico: ciò si nota dai grandissimi assoli piazzati da entrambi; queste parti strumentali sono votate sempre e comunque alla ricerca del più grande feeling possibile con l'ascoltatore, tralasciando tecnicismi esasperati che , diciamocelo, molte volte lasciano il tempo che trovano. E' difficile dirvi quali sono le canzoni migliori, vi posso solo dire che le mie preferite sono "So Easy", "Lost" e la conclusiva "This World Is Not For Me": ognuno poi può farsi una propria scaletta di preferenze ascoltando il disco.
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