WARRANT: Rockaholic
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13/05/2011Per affrontare questo disco è strettamente necessario dimenticarsi di Jani Lane, ed il fatto che era l'unico compositore della band. Dimentichiamoci di quella porcheria dell'album con il grandioso Jaime St. James del 2006. Realizziamo che Robert Mason è un grande cantante, che la band non ha mai suonato meglio e che alla consolle abbiamo Keith Olsen. In pratica potremmo subito concludere che questo disco è un grande prodotto di hard rock americano che nulla ha a che vedere con una band che una volta si chiamava Warrant. Dopo il brano d'apertura capiamo subito che sia per produzione, sia per intenzione siamo di fronte ad uno degli episodi dell'anno, "Innocence Gone" ci fa entrare nel cuore del disco, "Dusty Revenge" ha un gran groove e un ottimo inciso. "Home", la prima ballad, è onestamente fin troppo Bon Jovi nell'interpretazione data da Manson, fermo restando che il pezzo è veramente bello. "What Love Can Do" è al limite dell'AOR con un gran bel refrain e l'accoppiata vincente strofa/ritornello che rende il pezzo splendido. i>"Life's A Song" è un mid che è stato scelto come primo singolo e video, si vivono ottime sensazioni dove la melodia e la costruzione del brano sono davvero vincenti. Ci sono due brani tirati alla "Sure Feels Good To Me" che caricano a sufficienza l'ascoltatore prima di entrare nel romanticismo e phatos dell'altra semi-ballad, "Found Forever", dove troviamo un'apertura sull'inciso da urlo. Il livello non cala fino al termine, non pesano i quattordici brani presentati, pesa altresì l'esaltazione per avere di fronte un bellissimo prodotto, diretto e antiruffiano, un riscatto enorme della band di L.A. che dimostra di aver trovato la sua dimensione con l'ingresso di Mason. Non ci sono più le "Cherry Pie" e le "Down Boys", c'è una nuova band che ha con sè uno dei dischi dell'anno, ammesso che i puristi e nostalgici del caso leveranno il paraocchi e la pianteranno di frignare sui bei tempi d'oro andati che non torneranno più.
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