STUMP, JOE: SPEED METAL MESSIAH
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09/11/2004Chi è Joe Stump se non un Malmsteen portato all'estremo? Da diversi anni, ormai, il chitarrista americano ci ha abituati al suo shred guitar playng, sbrodolante quanto infuocato modo di suonare prendendo come esempio l'axe-man svedese, e di riflesso, ovviamente, il sempre presente Blackmore. Approdato alla iperattiva Lion Music, il nostro Joe non si perde certo d'animo, e dopo diversi dischi che non hanno certo lasciato il segno, ci riprova con questo "Speed Metal Messiah": un titolo una garanzia. Oceani di scale sparate a velocità ultrasoniche che sembrano suonate da un Malmsteen strafatto, seduto sopra ad un razzo a propulsione atomica mentre cerca di eseguire i brani alla stessa velocità. Il fatto è che Stump è preparatissimo, una sorta di integralista che va avanti per la sua strada sfiorando vette di passionalità sincere, seppure cieche completamente di originalità. Questo è l'unico suo punto a favore, un grosso punto che induce a dimentare chi sia la sua ispirazione, ed a far prevalere il suo sfrenato protagonismo. Derivativo fino al midollo, ma personalissimo. E' un'ottica alquanto contraddittoria, ma sta proprio in questo yin-yang la chiave di lettura di un aritsta a tutto tondo, caparbio, che continua per la sua strada senza colpo ferire, senza il timore di raggiungere picchi di pacchianità altissimi, senza quella consapevolezza che lo spinge a suonare una musica ed un genere che hanno fatto il loro tempo e che non sorprendono più nessuno considerato il livello tecnico raggiunto da altri grandi funamboli della sei corde, e l'inflazione dovuta a folte schiere di chitarristi che oggi circolano nel mercato discografico.
Coraggioso, Joe. La stima ti è dovuta a prescindere.
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