MATTSSON, Lars Eric: Aurora Borealis
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01/06/2011Per gli appassionati dei guitar hero delgi anni '80 (razza ormai in via d'estinzione) il nome di Lars Eric Mattsson non suonerà sicuramente nuovo. Infatti questo nostro supereroe fa parte dei tanti chitarristi virtuosi e di qualità che furono lanciati da Mike Varney, famoso scopritore di talenti. Questo 'Aurora Borealis' viene definito come un concerto per chitarra elettrica ed orchestra, infatti le composizioni in qualche caso sono "avvicinabili" alle sonorità dei grandi compositori barocchi che il chitarrista in questione ama tanto. Non è sicuramente una scelta originale, ma è da apprezzare con quanto impegno sia stato composto e registrato perché non vi sono brani di riempimento, né tanto meno grandi differenze qualitative tra le varie composizioni. Bellissima l'opener "Rising" che ci fa presagire un album dove l'incisività delle ritmiche e le scorribande chitarristiche siano l'elemento dominante dell’album, ma non sarà così: molti brani sono composizioni dove la chitarra si amalgama perfettamente con gli arrangiamenti dell'orchestra, riuscendo a creare un ottimo risultato finale. "Bounce" e "Cold Water Spirit" sono brani che nonostante le loro diversità hanno una cosa in comune: la chitarra sarà per quasi tutta la durata del brano al limite delle sue possibilità tecniche. Il difetto di quest'album (e di Mattsson) è che non ci sono grosse dinamiche tra i "lenti" ed i "veloci". Caratteristica che ritroviamo in quasi tutti i brani ("Revolutionary Star" e "Forward Thinking" per citarne un paio). La qualità audio è davvero eccellente, suoni perfettamente bilanciati, e la chitarra riesce ad essere ben definita senza usare distorsioni tagliaorecchie, rimanendo in uno spettro di frequenza che esalta il range medio dell'equalizzazione. La qualità c'è, infatti stiamo parlando di un musicista che oltre alle sue enormi doti tecniche, riesce a creare delle valide composizioni, ma non riuscirà a catturare gli applausi di chi non ama gli album chitarristici.
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