SOVIET SOVIET: Summer, Jesus
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14/04/2012Se tra le vostre band preferite figurano Interpol (quindi Joy Division) e Placebo e vi chiedete cosa ne verrebbe fuori se le due band si fondessero in un unico progetto, che non prescindesse dalle rispettive caratteristiche peculiari, allora avete finito di sforzarvi di immaginare perchè i Soviet Soviet colmano pienamente la vostra curiosità. Un basso nervoso in perenne rutilanza in "Contradiction", la chitarra si adagia sulle morbide linee degli Interpol per poi svisare verso le arzigogolate melodie dei Placebo, la batteria pesta a più non posso mentre la voce è molto vicina a quella di Brian Molko. Dal vivo (come già riportato nel live report) si distinguono per una carica esplosiva e trascinante non comuni a band post-punk che per antonomasia prediligono l'immobilismo; non inventano nulla di nuovo, ma sono dotati di un energia ed un trasporto non comuni al genere musicale proposto. Ascoltate "Prince, Prostitutes", la carica che ne consegue è contagiosa, però attenti all'istinto omicida di "Atzec Atzec" (nelle liriche il crooner vuole far tabula rasa della famiglia): potrebbe farvi fuori.
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