SOILWORK: FIGURE NUMBER FIVE
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18/06/2003Ed ecco che mi trovo a recensire il quinto lavoro di una della band più originali e convincenti degli ultimi anni, i Soilwork. Partiti come band di death metal melodico abbastanza canonico, già col secondo lavoro dimostrarono di saper amalgamare alla perfezione death metal svedese, melodie priestiane e thrash degli anni '80. Dopo l'interludio di "A Predator's Portrait", il lavoro uscito l'anno scorso ovvero "Natural Born Chaos" aveva tagliato con il passato proponendo un metal estremamente melodico e avvincente, difficile da classificare. Esattamente ad un anno di distanza (a dir poco prolifici i ragazzi) esce questo "Figure Number Five", che a mio avviso farà abbastanza discutere. Dopo averlo ascoltato ormai innumerevoli volte, la prima cosa che mi verrebbe da dire è 'ottimo album, ma da loro ci si poteva aspettare di meglio'. Eh già, perchè diciamolo il nuovo album dei Soilwork dà più l'impressione di essere una raccolta di outtakes di "Natural Born Chaos". Chiariamoci, i brani sono tutti validi e tirati a lucido, ma soffrono di una certa ripetitività e non colpiscono nel segno, quasi se i cinque svedesi avessero fatto le cose un po' troppo di fretta. Certo è un piacere enorme sentire la voce di Strid urlare come una volta ed è altrettanto piacevole vedere come la band sappia ancora scrivere brani semplicemente perfetti come la magnifica "Cranking The Sirens", la title-track o l'opener "Rejection Role". Curiosa anche la prima ballad per i Soilwork, ovvero "Departure Plan", con uno Speed nell'insolita veste di cantante pulitissimo dall'inizio alla fine. Insomma i lati positivi non mancano in questo album. E' l'insieme a lasciare l'amaro in bocca, soprattutto riguardando a cosa hanno già fatto i Soilwork in passato. Pur con cautela, posso comunque dire che a mio avviso questo sarà solo un album di transizione verso un lavoro veramente valido; speriamo bene.
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