SHADOW KING: Shadow King
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16/03/2018Lour Gramm e Vivian Campbell insieme, sotto la direzione di Keith Olsen (Journey, Scorpions, Europe, Heart, Whitesnake, Foreigner e molti altri assi della scena rock), per un affascinante progetto battezzato Shadow King. L’obbiettivo era di ricalcare il suono dei Free di Paul Rodgers (passione condivisa da ambedue), ma con uno stile rivisto, in linea con le esigenze radiofoniche; a conti fatti ‘Shadow King’ è un perfetto mix tra le sonorità AOR e classy, grazie alle stilettate dell’ex ascia di R.J. Dio, mai invadente (non gli è stato concesso…), ma puntuale nel cesellare riff a sostegno dei singoli brani. L’ascolto di "What Would It Take" ci indirizza sulla direzione del disco, arioso negli arrangiamenti come ideale tappeto per l’ugola di Gramm che si erge a protagonista assoluta. Sarà anche l’ultima prova maiuscola dell’ex Foreigner che, per l’occasione, ci delizia con una prestazione esimia, da rocker incallito quando l’atmosfera si fa elettrica ("Anytime, Anywhere", "I Want You" e "Danger In The Dance Of Love"), oppure nei panni del crooner romantico ("Dont’ Even Know I’m Alive" e "Russia"). Rispetto all’edizione nota, la ristampa Rock Candy non contiene bonus ma gode di un’ampia gamma di suoni (bellissimi), oltre ad una notevole dinamica. ‘Shadow King’ è un album per palati fini che non beneficiò dei riscontri sperati, decretandone la fine del gruppo ma favorendo il rientro di Gramm nei Foreigner, insieme alla sezione ritmica al completo (Turgon e Valentine), mentre Campbell non si fece pregare due volte accettando l’offerta, per il posto vacante lasciato da Steve Clark (rip), nei Def Leppard.
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