SEVEN WITCHES: DEADLY SINS
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14/02/2008Il nuovo lavoro di Jack Frost. Basterebbe questa, come recensione per il nuovo disco dei Seven Witches, nel bene e nel male. Cercando comunque di dare una minima argomentazione ad un commento del genere, si rende necessaria una precisazione: il pregio principale di Jack è quello di essere un chitarrista pieno di talento e con una vera e propria mania per la composizione; il suo limite principale, invece, è di non essere mai andato oltre la mediocrità. Questo non dipende dalle capacità, quanto piuttosto da una sorta di fissazione per i canoni già esistenti: la vena compositiva di Jack si vincola da sola a dei solidi binari, e da quelli rifiuta cocciutamente di uscire. Scolastico, in un certo qual senso: bravo, ma mai abbastanza ispirato e personale, alla costante ricerca di una identità musicale che rifiuta di raggiungere, Jack dà alla luce un nuovo lavoro ben degno di più di un ascolto, ma con un marchio di fabbrica che lo relega in automatico al livello dei suoi predecessori. Il resto della band, ovviamente, ha la sua parte in questo processo; lascia interdetti pensare che un gruppo che ha mostrato più volte delle ottime credenziali si fermi così, in quel limbo di "già sentito ma non troppo", ad un livello di pura e semplice iscrizione negli annali degli eterni studenti. Un po' Anthrax, un po' Metalium, nulla di più. Cosa dire, dunque, di un disco che con tutta probabilità seguirà il destino di mercato dei suoi predecessori? Probabilmente, purtroppo, che prenderà parecchia polvere. Perchè se da un lato è vero che qualche ascolto lo merita di sicuro, dall'altro è altrettanto vero che il rischio di annoiare, di non lasciare nulla di peculiare all'ascoltatore, è estremamente elevato. Peccato.
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