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SENTENCED: THE FUNERAL ALBUM

data

02/06/2005
90


Genere: Gothic Metal
Etichetta: Century Media
Anno: 2005

Partiamo dalla fine, proprio come i Sentenced ci hanno insegnato. A molti piacerebbe cercare di capire il significato di questo album e soprattutto cosa potrà rappresentare il futuro congedo dalla scena musicale annunciato da una band che fin dall'inizio ha cercato di (S)drammatizzare sul delicato tema della morte. Personalmente credo che tutte queste cervellotiche spremute mentali lascino il tempo che trovano soprattutto di fronte ad un vero e proprio testamento scritto volto a lasciare in eredità l'essenza e l'anima di ciò che i Sentenced sono stati, sono e probabilmente saranno nonostante il triste addio che stanno per darci. Sarà per l'atmosfera che si respira per tutta la durata del disco, saranno i testi ora più che mai in sintonia con il significato dell'album, sarà per la passione che trasuda dalle tredici tracce presenti o più semplicemente per l'innato e spettrale talento dei 'suicider' finlandesi ma una cosa è certa: si tratta di un uscita di scena in grande stile che segnerà indelebilmente una parte della storia del metal più malinconico. Senza fronzoli ed eccessivi ricami questo "The Funeral Album" arriva dritto al cuore, come una freccia scagliata con fierezza e decisione si conficca dentro e contamina l'energia vitale rimasta con il suo velenoso incedere malinconico che sprigiona tristezza da ogni dove. Più essenziale e concreto dello stupendo "The Cold White Light", probabilmente anche per la notevole riduzione delle tastiere, sembra cercare di raccontare l'intera carriera della band racchiudendo in se tutti i punti forti della musica che ha reso grandi i cinque di Oulu. Melodia e semplicità ("Lower The Flags" in maniera più accentuata rispetto alle altre) trovano complicità estrema nella potenza del sound pregno di chitarre pesanti e penetranti (vedi "May Today Become The Day", "Vengeance Is Mine" ed "A Long Way To Nowhere") che disegnano per l'occasione trame ricche e maestose ospitando assoli da batticuore che da tempo non si sentivano (più lento e morbido quello di "We Are But Falling Leaves", più robusto e veloce quello di Despair-Ridden Hearts" e poi via via tutti gli altri fino all'apoteosi finale) supportati a dovere da una sezione ritmica grintosa e potente. Laihiala è il traghettatore ideale per questo ultimo viaggio e la sua interpretazione così grintosa, oscura e disperata suggella un lavoro intenso e profondo. Tutto è in linea con la funerea linea che lega tra loro le canzoni ed anche le parti più sentimentali espresse nei precedenti album lasciano spazio ad una più struggente e tormentata "Her Last 5 Minuts" che lieve e fragile graffia l'intimità nata e cresciuta durante l'ascolto. Oltre ai pezzi strumentali presenti ("Where Water Fall Frozen" che rimanda al passato death, e l'acustica "Karu") che fanno da riempimento sono sicuramente da segnalare la sfacciata "Drain Me", le due "Ever-Frost" e "Consider Us Death", in pieno Sentenced style, per arrivare all'entusiasmante epilogo intitolato "End Of The Road" che termina con un raffinato solo dal sapore nostalgico ma sereno, proprio come il comunicato lasciato soltanto qualche mese fa sul sito ufficiale che annunciava la lenta agonia della band. L'ottima produzione (nessun album che lo ha preceduto può essere paragonato a questo) contribuisce senza dubbio a rafforzare ancora di più la resa emozionale che canzone dopo canzone non allenta mai la presa e cresce d'intensità fino ad esplodere nel finale. Siamo giunti al termine, o meglio, siamo tornati alla fine proprio come avevamo cominciato. Il cerchio si chiude, rimane il silenzio ed il freddo eco di ciò che è stato... Is life over? This life's over! Or has it only just begun? The close corner starts to moulder Coming apart yet still not done forever on...

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