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SECRET SPHERE: Blackened Heart

data

23/12/2023
94


Genere: Power-Prog
Etichetta: Frontiers Music
Distro:
Anno: 2023

I Secret Sphere fanno parte di quel ristretto novero di alfieri del power tricolore che, al volgere al termine degli anni '90, seppero imporsi all'attenzione degli appassionati di heavy metal dell'intero globo in virtù di una proposta assolutamente personale, frutto di svariate influenze che spaziano fra sonorità epiche, atmosfere dark, melodie al confine con un certo "Sentire" quasi AOR e sfuriate speed condite da stacchi acustici. Tutti i caratteri precipui del gruppo italiano si palesano anche nel nuovo 'Blackened Heartbeat', in alcuni casi addirittura più marcati del solito, vedasi pezzi come "Bloody Wednesday" in cui fanno capolino voci cavernose, quasi growl, che vanno ad incastonarsi in un solido tappeto ritmico e ad esaltare il solito ritornello che gronda splendida melodia, oppure l'incredibile "Confession", breve intro sinfonica che fa da preludio ad un riff tagliente e tastiere drammatiche che vanno a stagliarsi su un substrato di blast beat che evoca atmosfere black, il tutto riportato alla normalità da suadenti linee vocali ad opera di un sempre magnifico Roberto Messina. In generale i Secret Sphere picchiano duro su tutto il disco, come hanno sempre fatto peraltro, ma non mancano mai di mischiare cotanta irruenza ad un'armonia che vuol dire speranza e che smussa gli spigoli più duri, come evidenziato da brani quali "Captive", in cui fa capolino il contrappunto di pianoforte, tipico del combo alessandrino o anche la dolcissima ballad "Anna", ambedue espressione della canonica dicotomia che ha sempre pervaso la musica della formazione nostrana. Mai come nel caso di 'Blackened Heartbeat', una descrizione track by track dellì'album risulterebbe assolutamente inutile in quanto ogni brano brilla di luce propria, ogni singola nota pare essere stata sempre lì, dove i Secret Sphere l'hanno sapientemente posizionata; un'opera sontuosa ma al contempo fruibile, con un lavoro strumentale pazzesco che non fa altro che confermare il talento di un chitarrista come Aldo Lonobile, eccezionale sia in fase ritmica che solista, e che urla al mondo intero la propria enorme qualità attraverso perle di oscuro splendore quali "J.'s Serenade", "One Day I Will" o la titletrack, capaci di portare l'ascoltatore su un piano trascendente dove è possibile perdersi in un'estasi sonora senza compromessi. Chiunque ami la musica dovrebbe dare una chance a questo concentrato di adrenalina e miele, di solenne ed eroica grandezza, di soave ed imperitura goduria, portando i Secret Sphere dove hanno sempre meritato di stare, quell'olimpo dell'heavy metal che, purtroppo, hanno solamente potuto guardare dal basso.  

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