ROYAL REPUBLIC: We Are The Royal
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11/01/2011La Roadrunner ha affidato agli esordienti Royal Republic l'arduo compito di farci divertire senza sembrare banali e la mission, diciamocelo subito, è senz'altro raggiunta. Tredici pezzi che raramente sfiorano i tre minuti di durata. La produzione affidata ai professionisti Anders Hallbäck e Stefan Glaumann (Rammstein, Clawfinger, Apocalyptica). Un'ugola carismatica come quella di Adam Grahn che alterna la facile gigioneria d'interpretazioni sopra le righe, agli ultramelodici vocalizzi di brani più danzerecci (il primo singolo "Tommy-Gun", o l'accattivante "Full Steam Spacemachine") che deviano dal percorso party/rock-post/punk intrapreso dai nostri. Un po' Offsprings, sopratutto quelli più commerciali, i nativi della svedese Malmö sparano velocemente le loro cartucce in un esordio frizzante, anche se a tratti ripetitivo, che riesce nella sua brevità ad essere nel contempo incisivo e non stancante, considerando il fatto che di pezzi più "distesi" proprio non v'è traccia. L'album, almeno nella sua prima parte, si giova di alcuni giri bluesggianti niente male, e la varietà di elementi presi dal mondo più commerciale del rock/pop, unita alle ritmiche punk, potrebbero trainare il lavoro verso lidi molto oltre la sufficienza se non fosse che, trovata la formula, interviene l'ombra grigia della ripetitività (i quattro minuti e mezzo della "lunga" e conclusiva "OIOIOI" si sentono tutti) che consegna il platter all'universo del "poteva essere, e invece...". Occorrerà farsi crescere un pò di pelo sullo stomaco, dismettere gli abiti della nuova party-band della Roadrunner (impresa difficile viste le dichiarazioni dei vari membri del combo) e non limitarsi solo a divertire un pubblico di bocca buona.
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