RHAPSODY OF FIRE: Glory For Salvation
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26/11/2021Che grande band i Rhapsody Of Fire. Oltre ad aver contribuito in maniera decisiva alla buona nomea del metal italiano in tutto il mondo, infatti, i nostri "hollywood metalhead" non hanno sostanzialmente mai sbagliato un disco. Perché attenzione, ragazzi, va molto "di moda" ultimamente affermare che i dischi validi dei Rhapsody siano solo i primi 3...niente di più falso! Al netto dei gusti personali, infatti, vogliamo parlare dell'indubbia validità di lavori come "The Frozen Tears Of Angels" e "From Chaos To Eternity"? Oppure di "Into The Legend", per citare uno dei lavori più recenti? No, non parliamone, dal momento che "parlano" già i dischi da soli per chi apprezza il genere e ha voglia di ascoltarli sul serio. La qualità non è quindi diminuita con l'abbandono di Turilli e, arrivando ai tempi recenti, nemmeno con l'evento più "doloroso": l'abbandono del grande Fabio Lione, la voce identificativa dei Rhapsody, un cantante versatile e personale che "rhapsodizzava" un pò tutto quello su cui metteva mano. Il bravissimo Giacomo Voli, però, ha preso in mano le redini vocali della band ormai da 5 anni, facendosi amare dai fan e convincendo tutti grazie alla bontà delle sue prestazioni dal vivo e di un buonissimo disco come "The Eight Mountain", che segnava la rinascita definitiva del combo guidato dal prode Alex Staropoli (come sempre presente anche in consolle). Questo tredicesimo lavoro prosegue nel solco dell'album precedente, sia a livello lirico (con la seconda parte della Nephilim's Empire Saga) sia a livello musicale, regalandoci un orgia di power metal sinfonico tra prestazioni strumentali impeccabili, cori, orchestra (che però non smorza affatto la componente prettamente "metal" del disco) e arrangiamenti di livello superiore, a comporre 13 pezzi che superano l'ora di durata. Canzoni come la title track (futuro classico), "Terial The Hawk", "Kingdom Of Ice", "Infinitae Gloriae" o l'epica "Magic Signs", veri gioiellini di composizione e arrangiamento, dimostrano una volta di più, se ancora ce ne fosse bisogno, la passione "palpabile" che anima ancora Staropoli e i suoi compagni di viaggio. Certo, l'odore di "già sentito" a volte è importante, ma fidatevi, cari detrattori: anche se non vi piacciono, in un mondo che va come si deve dovremmo solo ringraziare di avere nel nostro paese musicisti di questo livello; per tutti gli altri, invece, nessuna sopresa: solo l'ennesimo bel lavoro dei Rhapspdy Of Fire (anche se questa volta sarà necessario qualche ascolto in più del "normale"), che se amate il genere è da comprare e mettere in fila assieme ai precedenti.
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