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VISIONS OF ATLANTIS: Wanderers

data

30/09/2019
73


Genere: Symphonic Power Metal
Etichetta: Napalm Records
Distro:
Anno: 2019

Nel calderone del symphonic power metal europeo, un nome che negli anni è sempre stato presente, ma che non è quasi mai riuscito a ritagliarsi un ruolo di primo piano stabile nel tempo in questa scena sono gli austriaci Visions Of Atlantis. Parecchi scossoni nella line-up (soprattutto per ciò che riguardas la voce femminile) e scelte stilistiche non sempre apprezzate hanno inciso in maniera importante sullo sviluppo di questa band. Fino a quando il leader Tomas Caser (unico membro della band presente dagli inizi) ha deciso di assoldare alla voce Clémentine Dèlauney, musicista molto apprezzata in quest’ambiente, che con le sue qualità ha dato sicuramente un miglioramento in termini di affidabilità e sicurezza della band. Altra scelta che può rivelarsi azzeccata, a seguito dell’abbandono per motivi personale della voce maschile Siegfried Samer, è stata quella dell’ingaggio, finalizzato al completamento del nuovo album ‘Wanderers’, della voce power italiana Michele Guaitoli, già in forza di band quali Temperance, Kaledon, Overtures, che dal punto di vista della professionalità prima di tutto, e poi della sua stessa qualità canora, rappresenta sicuramente una certezza. A completare il quadro sulle prospettive positive a cui la band si appresta ad accingere, il rapporto con Napalm Records, per fare in modo che la band faccia quel salto di qualità definitivo che, in fin dei conti, si merita. ‘Wanderers’ è un bell’album, che racconta (fedelmente alla storia della band) temi e situazioni legate alle avventure del mare, e in generale al tema del viaggio, anche interiore. Sicuramente non scriverà la storia del symphonic metal di tutti i tempi, ma che dona comunque quella ventata di freschezza che non sempre si riesce a percepire dalle pubblicazioni degli ultimi anni. Il sound pulito e soddisfacente, la chiarezza di intenti, uniti alle qualità delle due voci che fronteggiano il pubblico, rendono quest’album perfettamente godibile. Riguardo alle voci, si nota molto di più che in passato l’alternanza direi sincronica del cantato maschile-femminile, come un gioco delle parti con ruoli ben definiti. Un’ottima Dèlauney si affianca ad un Guaitoli il cui timbro si discosta in maniera importante rispetto a quanto fatto nei suoi altri gruppi, dimostrando un suo lato più etereo e leggero, quasi rilassato. Ovviamente, riallacciandoci al discorso che non è un album che fa la storia, si strizza l’occhio a più parti, verso per esempio agli ultimi Nightwish ed ai Delain, quando si prova ad ascoltare pezzi come “Heroes Of The Dawn” e “The Silent Enigma”; la concretezza di questi brani riesce in parte a far sorvolare questo pensiero, concentrandoci invece sulla qualità della band. Non mancano episodi più lenti ed atmosferici, dove la Dèlauney la fa da padrona, come “Nothing Last Forever” e “Into The Light”. Infine, risultano molto interessanti gli spunti finali dell’album, in cui troviamo la cover di “In And Out Of Love”, prodotta originariamente dal dj olandese Armin Van Buuren, e con la voce di Sharon Den Adel, che fa riecheggiare sentori ‘trance’ che toccano il cuore; e la riregistrazione del brano di repertorio “Memento”, che si trova qui in una veste rinnovata e più avvincente.  Se la band, come sembra anche dai loro impegni live, si pone come obiettivo primario quello di salire finalmente verso i primi posti della piramide symphonic metal, un  album come ‘Wanderers’ può certamente tradursi come biglietto da visita ideale.

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